Sta succedendo che cosa, ad Avezzano?
Ci si riferiva ad alcune automobili danneggiate alla fine di settembre (De
Angelis, Natale, Orlandi, Paciotti, Silvagni) da parte di chi vive fuori città da
decenni. Scrivo diplomaticamente che la vicenda è in mano alla magistratura, ci
penserà chi di dovere. (Tralascio se è la prima, la seconda o la terza volta
che accade una cosa simile, da noi).
Qualcuno ha poi gettato dei pesci
rossi, della cacca nella fontana di piazza Risorgimento a ridosso della sua
inaugurazione e distribuito dei bocconi mortali in una zona della città non
particolarmente frequentata dai cani – non l’aveva perciò con i cosiddetti
amici a quattro zampe in generale.
Tutto questo è successo nel giro di pochi giorni e nei primi due casi,
nell’ilarità di molti. Ho già raccontato che il restyling di piazza Risorgimento è stato contestato alcuni anni
dopo la sua pubblicazione, mentre si parla di mesi a proposito delle piste
ciclabili, presentate a maggio – in entrambi i casi all’inizio dei lavori.
Il nostro assessore alla Sicurezza ha
scritto a proposito dei mezzi di locomozione sfregiati: «E’ l’espressione di un
metodo mafioso per imporre il proprio volere ad ogni costo», 25 settembre 2018.
Lo stesso ha articolato il suo pensiero in una successiva intervista, Cfr. K.
Santucci, Atti vandalici sulle auto degli
amministratori di Avezzano, Casciere: «Metodo mafioso», in «InfoMediaNews» 26
settembre 2018.
(Mi è capitato di citare circa la
costruzione dell’identità abruzzese, la nostra allergia verso gli «studi
antropologici che hanno raccontato il familismo di stampo mafioso che permea la
vita sociale degli abruzzesi, tipica di altri popoli del Mediterraneo» – roba
di quaranta, cinquant’anni fa –, l’11 maggio scorso. Scontornamenti, Aleph editrice 2018, p. 13; vi risparmio il video)
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