venerdì 26 ottobre 2018

Senza raccontarlo in giro

Qualcuno mi ha preso in giro per via dell’ordinanza del sindaco che consente l’ingresso degli animali in piazza A. Torlonia, dopo e nonostante il suo restauro. «Hanno vinto le canare», per dire: «Hai perso tu». La questione, al solito, è più complessa di come la raccontano in giro; provo a quantificare la mia perdita.
Non siedo più sulle panchine di piazza A. Torlonia da almeno quarant’anni e non m’interessa risalire ai motivi, considerando il tempo che è passato. Negli ultimi quattro cinque anni, ho visto più volte qualche accompagnatore di cane che lo lasciava pisciare tranquillamente dopo averlo fatto montare su una panchina di marmo; non ci penserei perciò minimamente a sedere su un tale arredo dopo due o tre giorni dall’ultima pioggia. Mi sono un po’ scandalizzato nel vedere un buzzurro far entrare il proprio cane dentro la fontana monumentale, ma solo la prima volta – una decina d’anni fa.
Il nuovo parco giochi è più affollato che nei mesi passati, comprensibilmente. È pieno di bambini e genitori, in libertà gli uni e gli altri. Ho visto persone fumare fuori dell’area (smoking) dedicata: dove avranno buttato le cicche? (Vi è anche gente che elimina le cicche nei posacenere, correttamente ed è bene raccontarlo). Si può incontrare tuttora un adulto con figlio piccolo nel restante «giardino». La mia domanda è: fino a quando? (Per quello che io osservo passando da quelle parti tre o quattro volte a settimana). Semplice, fin quando non avrà ripreso l’aspetto trasandato, sporco che ha avuto fino a pochi mesi fa. Avranno pur vinto i cosiddetti diritti e i desideri di molti avezzanesi, nel caso dell’ordinanza De Angelis, ma un adulto accorto, non porta certo un bambino a giocare in un luogo sporco: i malanni si curano non con una compressa di Democrazia o una flebo di Diritti. Vi è gente che – senza clamori di sorta – ha evitato ai piccoli avezzanesi di frequentare le nostre aree verdi, i nostri giardini pubblici negli ultimi decenni; tutto questo si deve all’irresponsabilità di poche decine di trogloditi e altrettanti fondamentalisti che possiedono cani.
Avrei imposto il divieto d’introdurre animali, immaginando che sarebbe finita come nella pineta nord: un’ampia maggioranza dei possessori di cani l’ha rispettato – è bene riconoscerlo – mentre alcuni cafoni, no e il loro cattivo esempio attrae anche i loro validi colleghi delle altre zone d’Avezzano. (Piazza Torlonia è più sorvegliata della pineta nord). Un genitore ha un figlio piccolo per cinque-sei anni al massimo, mentre chi possiede un cane può tenerselo per molti anni di più; morta la bestia ne acquista un’altra. Poteva perciò finire anche nel modo in cui è andata.

P.S. La comune siepe di bosso – per via delle sue radici – non potrà (nuovamente) difendersi dall’urina dei cani. (Non firmerà anch’essa né comunicati-stampa, né petizioni al sindaco).

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