Ho ripreso questo di recente: «Neanche
la pioggia ha scoraggiato gli ambulanti che hanno deciso di perseverare contro
la decisione e di fare muro contro [muro] riguardo alla decisione di
trasferimento, dovuta prevalentemente a motivi di riorganizzazione per la
sicurezza ma, secondo i commercianti, anche ad altri motivi» – roba del 6
ottobre. Non sono stati finora resi pubblici, scritti quei motivi, né lo
saranno in futuro – conosco bene il coraggio dei compaesani – però una
storiella altrettanto orale, posso raccontarla: essa è contemporanea di quegli ignoti
motivi e ha lo stesso scopo. Eccovela.
L’avezzanese esce presto il sabato, solo
o accompagnato, fa un giro per la città e finisce immancabilmente al mercato degli
ambulanti: compra o no; chiude la mattinata fuori di casa con una puntata al
bar per l’aperitivo.
La realtà è articolata e ben diversa: acquista
generalmente una camicia in quel mercato chi non può spesso permettersi il prezzo
del comune negozio d’abbigliamento né tantomeno quello della boutique o della camiceria. È bene
aggiungere che uno esce per gli acquisti secondo la propria comodità e perciò
più di un esercizio segue l’orario continuato; il mercato è aperto sei ore in
un solo giorno della settimana. (Giusto per esser chiaro). Sto parlando della
condizione in cui vivono molte persone, da noi; invisibili a quanto pare, anche
se si tratta di una cifra a tre zeri. Chi inventa e diffonde simili storielle,
non nota nemmeno le persone che raggiungono da Avezzano gli odiati (da loro) ipermercati
sulla Tiburtina Valeria a piedi e anche in questo caso (tu guarda un po’), per
risparmiare. (Tutto questo con le buste di plastica in mano per chilometri e le
automobili che in alcuni tratti quasi ti sfiorano ad almeno 50 km/h, altro che
aperitivo o coppa di gelato con moglie, figlio e cane sotto l’ombrellone del
bar!). Qualcuno che abbia mai scritto due righi su quelli del centro che fanno
la spesa quotidiana oltre la ferrovia – anche a piedi – anziché nelle loro immediate
vicinanze?
Avrà lo stesso numero di frequentatori
il mercato spostato altrove (di poco, tanto, così-così) saranno essi di più, di
meno, gli stessi? Lo dirà l’esperienza dei prossimi mesi trattandosi di una novità, più che affidarsi alla breve
«sperimentazione» proposta dall’Amministrazione. Non dovrebbe cambiare molto
secondo me, proprio perché c’è da coprire
in qualche maniera il citato – interessante per operatori di diverso genere –, segmento di mercato che ha finora fatto
rimediare la giornata a oltre centoquaranta ambulanti; si tratta di soddisfare la domanda di una parte
d’avezzanesi. Ecco, io vedo in modo più prosaico, terra-terra, questa faccenda.
(Hanno progettato per qual motivo l’hard
discount?).
Si sarà certo arrangiato con la
Condivisione, la Democrazia e la Storia, chi hanno avuto bisogno di merci a basso
costo, durante le giornate di «sciopero» degli ambulanti. Senza raccontarlo in
giro.
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