martedì 23 ottobre 2018

l'aggiunta

Ho ripreso questo di recente: «Neanche la pioggia ha scoraggiato gli ambulanti che hanno deciso di perseverare contro la decisione e di fare muro contro [muro] riguardo alla decisione di trasferimento, dovuta prevalentemente a motivi di riorganizzazione per la sicurezza ma, secondo i commercianti, anche ad altri motivi» – roba del 6 ottobre. Non sono stati finora resi pubblici, scritti quei motivi, né lo saranno in futuro – conosco bene il coraggio dei compaesani – però una storiella altrettanto orale, posso raccontarla: essa è contemporanea di quegli ignoti motivi e ha lo stesso scopo. Eccovela.
L’avezzanese esce presto il sabato, solo o accompagnato, fa un giro per la città e finisce immancabilmente al mercato degli ambulanti: compra o no; chiude la mattinata fuori di casa con una puntata al bar per l’aperitivo.
La realtà è articolata e ben diversa: acquista generalmente una camicia in quel mercato chi non può spesso permettersi il prezzo del comune negozio d’abbigliamento né tantomeno quello della boutique o della camiceria. È bene aggiungere che uno esce per gli acquisti secondo la propria comodità e perciò più di un esercizio segue l’orario continuato; il mercato è aperto sei ore in un solo giorno della settimana. (Giusto per esser chiaro). Sto parlando della condizione in cui vivono molte persone, da noi; invisibili a quanto pare, anche se si tratta di una cifra a tre zeri. Chi inventa e diffonde simili storielle, non nota nemmeno le persone che raggiungono da Avezzano gli odiati (da loro) ipermercati sulla Tiburtina Valeria a piedi e anche in questo caso (tu guarda un po’), per risparmiare. (Tutto questo con le buste di plastica in mano per chilometri e le automobili che in alcuni tratti quasi ti sfiorano ad almeno 50 km/h, altro che aperitivo o coppa di gelato con moglie, figlio e cane sotto l’ombrellone del bar!). Qualcuno che abbia mai scritto due righi su quelli del centro che fanno la spesa quotidiana oltre la ferrovia – anche a piedi – anziché nelle loro immediate vicinanze?
Avrà lo stesso numero di frequentatori il mercato spostato altrove (di poco, tanto, così-così) saranno essi di più, di meno, gli stessi? Lo dirà l’esperienza dei prossimi mesi trattandosi di una novità, più che affidarsi alla breve «sperimentazione» proposta dall’Amministrazione. Non dovrebbe cambiare molto secondo me, proprio perché c’è da coprire in qualche maniera il citato – interessante per operatori di diverso genere –, segmento di mercato che ha finora fatto rimediare la giornata a oltre centoquaranta ambulanti; si tratta di soddisfare la domanda di una parte d’avezzanesi. Ecco, io vedo in modo più prosaico, terra-terra, questa faccenda. (Hanno progettato per qual motivo l’hard discount?).

Si sarà certo arrangiato con la Condivisione, la Democrazia e la Storia, chi hanno avuto bisogno di merci a basso costo, durante le giornate di «sciopero» degli ambulanti. Senza raccontarlo in giro.

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