Gli ambulanti che giungono ad Avezzano
per il mercato settimanale sono in agitazione da quasi un mese. Più che
chiedermi che cosa penso io di tutto ciò, è uscito come mi sarei comportato io nella
vicenda dello spostamento del mercato. (Se fossi stato il sindaco d’Avezzano,
s’intende). Una domanda bellissima in questi tempi d’irresponsabilità
trionfante: è comodo criticare gli altri.
In genere attacco con l’evoluzione di
piazza del Mercato nell’ultimo mezzo secolo: un esempio di come il mondo
circostante sia cambiato in modo lento e incessante, non abbia seguito una
traiettoria. (È facile con i coetanei mentre gli altri, tu devi metterli nella
condizione di capire che è tutt’altro quel posto rispetto a pochi decenni fa).
Nei panni di un primo cittadino – negli ultimi lustri –, io mi sarei trovato davanti al problema di ricavare, adibire uno spazio – nel senso: tridimensionale,
non uno spiazzo asfaltato o piastrellato con qualche arbusto o frasca intorno –
per il mercato del sabato, in centro o in periferia. Una questione di tipo
urbanistico, amministrativo e perciò politico,
che prevede dei tempi medi quando non lunghi. (Ci sarebbe stato bisogno di
ritoccare il Prg). Non è passata per la testa, minimamente, tale idea a chi ha
retto la città negli ultimi decenni. In tempi recenti, mi sarei invece ritrovato
di fronte a una serie di scartoffie – ministeriali e no –, io avrei tirato
dritto, con la vecchia sistemazione, fino alla prima autombulanza con paziente imbottigliata
nel mercato del sabato – come ho scritto in precedenza (Cfr. 8 ottobre 2018).
Avrebbe perciò vinto la burocrazia
sulla politica, lo stato centrale sulla vicenda locale? Più no che sì nel mio
caso; la situazione attuale mostra più che altro una mancanza collettiva di lungimiranza tout court. (Per dirla con il Maestrone:
‘Bisogna saper scegliere il tempo | non arrivarci per contrarietà’).
È anche onesto scrivere che la mia pensata avrebbe potuto ospitare una cifra
certo minore degli attuali centoquaranta stalli.
Ci si ritrova oggi – a corto di sogni, d’idee nel
passato recente – con la (fredda) fettuccia in mano a controllare le misure utili
per far circolare diversi mezzi di soccorso, altro che democrazia, condivisione
delle scelte, eccetera. (Io ignoro il recente regolamento di polizia). Dovrei
aggiungere qualcosa d’altro.
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