giovedì 18 ottobre 2018

People dancing, people laughing

È capitato di discutere sul dilemma cani sì-cani no, dentro piazza A. Torlonia, dopo il suo restauro. (Tra amici di una certa età, senza cane né figlio piccolo da sorvegliare). È stata una discussione un po’ oziosa dopo l’ordinanza del sindaco che ha previsto: «tutti i cani devono essere tenuti sempre al guinzaglio [a] una lunghezza non superiore a centimetri centocinquanta» e poi «evitare che gli animali possano urinare sui prati e sulle siepi». Mi è interessato in realtà ciò che è stato detto e scritto nei giorni precedenti: ignoranza e ipocrisia a braccetto, più che democrazia e libertà negate. Vanno in tutt’altro modo le cose, in una città.
Un cittadino, una persona – sola, accompagnata – può mettere non sempre i piedi dove desidera. Non posso mangiare un trancio di pizza e scolarmi una birra, in santa pace, dentro il municipio – la casa degli avezzanesi –, non posso chiacchierare amabilmente con qualcuno dentro la cattedrale dei Marsi – soprattutto durante una funzione religiosa –, non mi è concesso neppure un solitario o trastullarmi con i giochini dello smartphone dentro la nostra caserma dei carabinieri. (Tralascio l’ospedale e altri luoghi altrettanto aperti al pubblico. Il web pullula d’immagini di vagabondi che dormono per una o due notti al centro, sul finire dell’estate – anche di commenti scandalizzati e crudeli oltre che stupidi). Non solo. Ho raccontato negli anni passati – in perfetta solitudine, come prevedibile – la «privatizzazione» di alcuni spazi pubblici dentro il Quadrilatero: posti in cui si può passare o sostare ma ciò è impedito da chi utilizza, parcheggia – in maniera permanente o no, certo abusivamente –, oggetti privati. Tutto qua.
A man selling ice cream’.

P.S. Mi è capitato di aggirare una Punto di color grigio parcheggiata nella zona riservata ai pedoni lungo la carreggiata di via S. Donatoni, nel primo pomeriggio di ieri.

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