sabato 7 settembre 2019

Lo spezzatino

Ho in qualche modo ripensato al finale dello scorso 4 settembre; c’entra in buona parte la pubblicazione online del pezzo cui io mi riferivo – consiglio di leggerlo per intero perché non è solo questione di «spezzatino», anzi. (M. Sbardella, Cardone: «Mini isole e transito di auto», in «IlCentro» 3 settembre 2019).
(Telegraficamente sullo «spezzatino»). Un’isola pedonale di 150 metri vuol dire averne almeno 145 a disposizione dei pedoni; tre isole da 50 metri ne sprecano almeno altri 10 – si abbassa soprattutto la qualità ambientale del tratto chiuso al traffico motorizzato. Ottengo perciò, sì e no 132-133 metri di strada malamente utilizzabile da chi è appiedato, nel secondo caso. (Spiego «malamente». Chi è che si fa tutte e tre le «mini-isole»? Chi più di una «vasca» da 40 metri?). Nell’intervista in realtà non si tratta solo del tracciato di una possibile isola pedonale. «“La strada praticabile per uscire dal guado”, afferma Cardone, “potrebbe essere quella delle tre mini-isole su via Corradini, con gli incroci aperti e con il potenziamento del parcheggio del Palazzaccio antistante piazza Risorgimento, […]. Strada percorribile pure per il cortile delle scuole Corradini, sotto sfruttato”». (Miei i grassetti). Ecco, si parla anche di parcheggi. È infelice l’esempio di Pescara tra tutti quelli disponibili. Era tanto sconveniente citare una città con almeno nove, dieci isolati pedonalizzati? (Vi sono in giro isole pedonali molto più estese e più di una capitale europea, vuol impedire l’accesso alle automobili nel proprio centro storico, nei prossimi decenni).
M’interessa però maggiormente la narrazione intorno all’isola pedonale, proposta dal progettista del restyling di piazza Risorgimento. A un tratto: «“Per cercare un punto di incontro tra due idee di città diverse, una mirata alla mobilità sostenibile, l’altra volta a conservare lo status quo”, sottolinea Cardone, “nell’ottica della conciliazione, a diversi anni di distanza e dopo numerose ipotesi elaborate, ho concretizzato quella che, a mio avviso, può definirsi la giusta via, atta a contemperare le esigenze di entrambe le parti”».
È bene non confondere i temi. L’isola pedonale risale agli anni Cinquanta del secolo scorso, mentre la diffusione dell’aggettivo «sostenibile» agli anni Novanta: sono argomenti necessariamente distinti. Né esistono idee di città ad Avezzano, addirittura due e diverse. («numerose ipotesi elaborate [d’isola pedonale]»? Scherziamo?).
Il frame di Giancarlo Cardone è all’incirca lo stesso (ufficiale) dei commercianti negli ultimi anni. Ammessa l’esistenza di due «parti»: come fai a conciliarle, «contemperare le esigenze», se tu più che comportarti da terzo, sostieni le idee di una?
(A proposito: c’è proprio bisogno di una laurea per stabilire dove e come realizzare un’isola pedonale?).

P.S. Vi consiglio anche una simpatica lezione di benaltrismo sulla stessa testata (Sergio Di Cintio, Carlo Rossi), il giorno seguente – m.s., Confesercenti: «Mini isole? Idee premature», in «IlCentro» 4 settembre 2019.

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