La seconda
intervista, sto ancora sull’ormai vecchio – che però si legge on-line –, m.s., Confesercenti: «Mini isole? Idee premature», in «IlCentro» 4
settembre 2019.
Ho più
volte accostato la posizione di Confesercenti a una vicenda di Bertoldo. Avendo
ottenuto la possibilità di scegliersi l’albero cui essere impiccato, egli gira
e rigira l’intero regno senza trovarne uno di suo gradimento e perciò, ottiene
l’annullamento della pena. (Era pieno di alberi allora, a differenza dei nostri
giorni). Ci torno dopo, prendo prima questo brano. «Se poi il commissario
prefettizio Mauro Passerotti volesse lasciare un segno, allora potrebbe
assumere un atto che superi la delibera 180 del 2009 del governo Floris, ormai
abbondantemente superata dai fatti, quindi, inapplicabile». La domanda che
pongo è: quali fatti?
Torno a G.
C. Croce. Ho appena ricordato che tale associazione di categoria non è mai
stata contraria a un’isola pedonale: «A patto che», conclude [Carlo] Rossi,
«non sia una mera chiusura di strada, ma un progetto vero e, soprattutto,
corredato di tutti gli interventi necessari per rendere l’area appetibile e
funzionale». È Bertoldo. Che cosa richiede Carlo Rossi a un sindaco: fioriere? È
avarizia. Anche panchine? Troppo poco. Nuovi lampioni? Ancora poco. Qualche
bancarella? Così-così. Gli artisti di strada? Si comincia a ragionare; però:
per quanti giorni l’anno? E così via, fino a raggiungere lo sfinimento per cui
un amministratore rinuncia all’isola pedonale.
(Per
Confesercenti è «prioritaria la riapertura dei due incroci ai lati della mini
isola di via Corradini». È una parte del
restyling di piazza Risorgimento,
la «mini isola», Stamattina chiedeva la riapertura anche Fdi, Su Il Centro).
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