mercoledì 4 settembre 2019

Radio Chat 10 b

C’entra qualcosa il «dialogo» nel titolo, con un diverso frame della questione, con un diverso modo d’affrontarla? No, ma non è un problema nell’economia dell’articolo. (Perdonate se tratto la vicenda in tal modo, dipende dal fatto che Il Centro è l’unica testata che se ne sta interessando – nella versione cartacea, purtroppo).
Non mi dilungo sulla cornice interpretativa: ne fabbrichiamo tutti, anche se…
La questione «isola pedonale» è affrontata a livello istituzionale in maniera sbagliata, dagli anni Novanta. Il Comune si poneva come mediatore di un conflitto tra due parti, solo che poi non sceglieva, né prendeva una decisione univoca. Può anche starci, fino alla fine del secolo. (Ripeto: la prima isola pedonale in Italia risale al 1965).
Non può esserci dialogo tra chi vuole un’isola pedonale e chi non la vuole per niente. (Spiego l’origine di «per niente»). Negli ultimi mesi, è stata tirata fuori da un’associazione di categoria (commercianti) una proposta per «spostare» l’isola pedonale in via XXIV Maggio – lo scorso 1 settembre l’ultima volta, ancora sul Centro. È come se, nella nuova Avezzano, avessero costruito la Cattedrale dei Marsi dove si trova Sant’Antonio abate – in fondo via San Francesco – o sopra la distrutta San Bartolomeo, anziché dov’è oggi. (Si trovava a due isolati dalla futura piazza principale, la «prima» Cattedrale). È perciò una cafonata, un’isola pedonale ad Avezzano non legata a piazza Risorgimento – quella cui è stato recentemente applicato un restyling; spero che ce la risparmino in un altro posto nel caso finisse male l’azione del WWF.
Le istituzioni locali sono a conoscenza della questione che si trascina ormai da decenni e possono decidere (come sempre) in piena autonomia: sì o no. (È stato NO, finora nonostante tutto). Nel senso di lasciar stare le associazioni ambientaliste (interessi diffusi) e a maggior ragione quelle di categoria (interessi privati); era da ignorare in ogni modo, fin dall’esordio, quella «locale».

P.S. È preferibile tralasciare lo «spezzatino» proposto dal progettista del restyling di piazza Risorgimento – in «Il Centro» 3 settembre 2019.

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