martedì 3 settembre 2019

Radio Chat 10 a

(È anche una faccenda da bar, da chiacchiera in piazza). Gente che conosco mi ha chiesto lumi su un’intervista di qualche giorno fa; si trova purtroppo solo sul cartaceo del quotidiano regionale. (M. Sbardella, Il Wwf ai negozianti: «Pronti al dialogo», in «Il Centro» 31 agosto 2019). Meraviglia per l’uso del termine «surreale», che non uso mai. Esso è legato all’età dell’isola pedonale sulla trascrizione (che ricompone la figura pubblica e quella privata); per me stava per situazione da sogno, un argomento di cui ho raramente parlato per una trentina d’anni di fila. Trovo ridicolo discutere ancora di certe cose, ad Avezzano: volendola istituire c’era tempo – dal 1953.

C’entra il tempo in questa vicenda. La città è un luogo di conflitti per l’appropriazione degli spazi, non bisogna perciò meravigliarsi o offendersi se qualcuno richiede qualcosa. Succedeva lo stesso nei secoli passati: la fazione X o la corporazione Y premeva per adottare in città la novità Alfa. Vi era l’opposizione di Z, ma alla fine dopo un periodo, passava Alfa. Parlo, tra l’altro, di situazioni molto diverse da quelle che viviamo ai nostri giorni, nella nostra repubblica democratica. Non ci si nascondeva allora, dietro le lamentazioni, le faccine, le scene madri, le lacrimucce o le immagini pietose come sta succedendo da noi – con sprezzo del ridicolo – nelle ultime settimane, per bloccare una realizzazione. Anche la giustizia fai-da-te… Si trova invece imbalsamata da decenni Avezzano come oggetto d’incantesimo e ignoro come vada a finire sia la questione della riapertura dei due incroci interessati dal recente restyling sia quella dell’isola pedonale vera e propria reclamata dal WWF, basandosi su atti di una passata amministrazione.

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