lunedì 23 settembre 2019

Radio Chat 11

Un paio di questioni spuntate proprio ieri, parto dalla prima. «Può un commissario prendere la decisione di mandare gambe all’aria un’isola pedonale?». Ebbene, l’ha fatto. (Aveva il potere di comportarsi in quel modo? Non ne ho idea) Ignoro, al momento, se la questione è chiusa o se bolle ancora qualcosa nella pentola del WWF. La domanda deriva dall’immagine consolidata del commissario prefettizio che pensa all’ordinaria amministrazione, a spulciare le carte, ad annoiarsi per un po’ di mesi. Le immagini sono nostre costruzioni – ci sono cascato anch’io come quasi tutti, ingenuamente. E poi? Io penso che si possa parlare di decisione politica: non era una scartoffia né si è trattato di un intervento legato a un’emergenza (alluvione, terremoto, eruzione vulcanica, bombardamento).
(Tombstone). E «il Commissario straordinario […], ha posto le condizioni per la elaborazione di uno studio di revisione dell’intero sistema della circolazione stradale con particolare riferimento all’aggiornamento e alla redazione di un nuovo Piano generale urbano del traffico, che possa consentire, ove possibile, di individuare eventuali zone da pedonalizzare»? Già, come mi metto? Non ci avevo proprio fatto caso? Ero stato piuttosto chiaro sull’impossibilità di avere qualche tratto di strada senz’auto ad Avezzano in futuro. Appunto, sono almeno trent’anni che circola la stessa litania da parte di svariati personaggi politici. «Vedremo», «Faremo», «Abbiamo grandi progetti…». Ha prodotto che cosa, tutto ciò, a livello d’isola pedonale? Zero. Avrebbe glissato sulla questione Passerotti, se ci teneva in qualche maniera a favorire la realizzazione di un’isola pedonale ad Avezzano: ci avrebbe pensato – a giorni – il commissario ad acta.
È necessariamente legata a un Piano traffico un’isola pedonale? (Tra parentesi, l’attuale Pgtu risale al 2003: è freschissimo, stagionato, così-così, andato a male?). Dove, inoltre, vorrebbe ricavare un’isola pedonale, l’attuale commissario prefettizio? In mezzo a Fucino, monte Salviano, in un’enclave a Celano o Tagliacozzo, l’altro tronco di via Escrivá?

(Ancora qualcosina, poi pubblico davvero la parte iniziale del mio nuovo libro).

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