Riporto
questo brano, che rientrava tra i punti della diffida inviata da WWF e Cmsm al
commissario prefettizio (17 luglio 2019). Laura Saladino: «Quale sarà il
confine tra la strada e il passaggio dei pedoni? Prima c’erano una sede
stradale e il marciapiedi rialzato, ora sono sullo stesso livello, senza la
demarcazione degli spazi. Con il ritorno delle auto in caso di incidenti chi ha
ragione?», in M. Sbardella, Auto in
centro, l’attacco ambientalista, in «IlCentro» 22 settembre 2019.
Siamo
abituati a separare il traffico pedonale da quello meccanizzato o motorizzato,
da tre secoli in Occidente. Rappresenta perciò dei tratti pedonali quella
coppia d’incroci, agli occhi di almeno un miliardo di Homo sapiens. Non solo. Il trattamento di detti incroci ha a che
fare con l’arte – piaccia o no. È perciò una cafonata, la loro prossima riapertura,
farci scorrazzare le automobili e le motociclette come ho già scritto; gli
avezzanesi passeranno per zotici, pecorai agli occhi dei forestieri che
transiteranno da quelle parti a piedi o con un mezzo meccanico. Purtroppo tutti gli avezzanesi e non penso lontanamente
in cambio di cosa.
Qualcuno
mi ha ricordato questo, ieri: «L’area pedonale prevista, pavimentata con
materiali policromatici, coprirà invece un tratto di via Corradini (dal cortile
delle scuole Mazzini-Fermi fino al tribunale) ed un tratto di Corso della
Libertà (da via Cataldi all’incrocio con via Diaz)», in Il nuovo volto di Piazza Risorgimento secondo il progetto di Giancarlo
Cardone, in «Marsicanews» 20 aprile
2014. Esso mancava alla mia serie Il perfetto tempismo delle associazioni
di commercianti avezzanesi.
(È
l’inizio del mio nuovo libro, il prossimo post).
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