Mi ha annoiato,
depresso la lettura della sentenza del Tar Abruzzo (12 ottobre) – che ha dato
ragione ai ricorrenti, contro Gabriele De Angelis –, da parte delle testate
giornalistiche locali e ho deciso di scriverne. (Si è trattato di una lettura prevalentemente
«giudiziaria» quando non di peggio).
Tanto per
cominciare: come spenderanno Leonardo
Casciere, Giovanni Di Pangrazio e Francesco Eligi (a livello politico,
s’intende), la squillante vittoria
riportata in tribunale? In nessun modo, per quanto ho capito dalla
conferenza stampa di De Angelis (13 ottobre). La magistratura, la «Giustizia» –
scritta con la maiuscola – c’entra sì, ma fino a un certo punto in una storia
iniziata oltre due anni fa. (La narrazione corrente in realtà, assolve la
maggior parte dei suoi protagonisti).
Nelle testate
del capoluogo di Provincia sono state tirate fuori delle analogie tra il
Consiglio comunale di quelle parti con la nostra situazione, io provo a
confrontarle. All’Aquila si sono tenute le primarie per scegliere il candidato
sindaco mentre ad Avezzano, no. Si è
assistito a dei malumori, delle polemiche – prima e dopo –, dopo tale
consultazione. Ho letto delle analisi sull’inaspettata sconfitta dopo il
secondo turno delle Amministrative, sempre all’Aquila mentre da noi non se n’è parlato per niente, ma ci si
è affidati alla magistratura amministrativa, senza rifletterci. Nel capoluogo –
a differenza d’Avezzano – si ha una
mezz’idea di come il risultato del primo turno nelle Amministrative, sia
poi stato clamorosamente ribaltato nel duello finale.
Ho riconosciuto
a Di Pangrazio – su questo blog – l’indiscutibile abilità nel costruire
un’alleanza elettorale potente, difficilmente comparabile con quelle altrui
nella recente consultazione elettorale e che ha ottenuto un ottimo successo, ma
bisogna anche considerare che non sia brillato proprio l’artefice della citata
invincibile alleanza. Ruota intorno a
questo paradosso la vicenda
avezzanese. (Un paradosso politico. È come se uno sprinter si circondasse dei migliori velocisti ma senza arrivare sul
gradino più alto alla volata che vale la carriera). I vincitori altrimenti
avrebbero chiesto, a ragione, le immediate dimissioni di De Angelis e nuove
elezioni, ma questo scenario non conviene all’attuale sindaco e ancor meno a
Casciere, Di Pangrazio ed Eligi perché esse, proporrebbero all’incirca gli
equilibri politici di quattro mesi fa. (Il secondo ha dichiarato appena dopo la
lettura della sentenza: «Siamo pronti
ad assumerci le responsabilità e a lavorare per realizzare il programma scelto
dalla maggioranza degli elettori». Quale
maggioranza? Quella del primo o l’altra, del secondo turno? Non si è capito
mentre è chiaro che ha richiesto – in maniera molto diplomatica – uno o forse due
assessorati al suo avversario per garantire una relativa tranquillità
all’Amministrazione comunale).
Io al posto di Gabriele De
Angelis mi sarei dimesso dopo l’esito della sentenza perché sono abituato a
mantenere le promesse, ma non posso che apprezzare la sua decisione di tipo politico, essa va salutata come una piacevole
novità nella palude in cui ci aggiriamo. Fa bene a proseguire nella sua azione il
Primo cittadino, avendo il vento in poppa; egli lascerà cuocere nel suo brodo
il principale avversario dell’opposizione. De Angelis probabilmente affronterà
un’eventuale campagna elettorale da
sindaco prima o appena dopo la sentenza del Consiglio di Stato: quando si
sentirà abbastanza forte.
Mentre io godo
nell’osservare questi giochi «da maschi», qualcuno si chiederà come tale
situazione di conflitto prolungato si rifletterà nella vita amministrativa
locale. Sì, essa rallenterà molto l’attuazione del Programma di mandato per un
paio d’anni all’incirca e non sarà certo una passeggiata per il sindaco
muoversi in un Consiglio comunale dove controlla la minoranza dei consiglieri. (In
breve: Di Pangrazio ha ottenuto qualche consigliere in più: complimenti sinceri;
Plc e M5s hanno ricavato che cosa da quest’operazione? L’accusa del sindaco
d’«irresponsabilità» nei confronti dei ricorrenti è benevola, a mio modesto
parere).
Possiamo permetterci tutto
questo ad Avezzano? – lo scrivo io adesso, così evitate di chiedermelo quando
m’incontrerete in giro.
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