«Si
possono trasferire i giochi in un’altra area della piazza per evitare le
rimostranze delle mamme apprensive e iperprotettive in circolazione in questo
periodo». Già, dove? Ho omesso di scrivere qualcosa nel post dello scorso martedì
17, qualcuno me lo ha fatto notare in privato.
Non
è difficile immaginare dove si possono collocare i giochi per bambini in piazza
A. Torlonia per allontanarli dall’albero
monumentale (probabilmente) pericolante e da conservare. È sufficiente
rivolgere lo sguardo oltre lo spiazzo che confina con l’area a essi dedicata:
lì, infatti, si trova l’area più degradata dei giardini pubblici d’Avezzano –
non vi è nemmeno bisogno di eliminare il prato. Venderei l’albero monumentale
come un’attrattiva cittadina ai tre, quattro gatti interessati, al posto del
Comune. (Quattro gatti, è meglio di niente). Lo riconosco: mi sono allargato un
po’ un’altra volta perché in realtà spetta agli eletti dal popolo proporre
delle soluzioni.
(In
proposito). Tale spazio è denominato «piazza Torlonia» nell’uso corrente. Ecco,
se prendessimo a chiamarlo per ciò che invece rappresenta (giardini pubblici, un tema collettivo), ci
verrebbe la voglia di trattarlo come molti altri in Italia. (Curandolo
costantemente com’è successo fino a qualche decennio fa; recintandolo soprattutto come si usa altrove, con apertura
dall’alba al tramonto).
P.S.
Potendo interessare, cent’anni fa è nato Dizzy Gillespie.
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