Un fatto da
rilevare nella conferenza stampa di Crescenzo Presutti, è la conoscenza in senso quantitativo di alcune
questioni che riguardano il suo assessorato. (Ci ha pensato un gruppetto di
giovani a censire il nostro patrimonio arboreo, a quanto ho capito). «Gli
alberi presenti nel “giardino della città” [piazza A. Torlonia] sono 330 ma ne
vanno abbattuti subito 30», si è letto un po’ ovunque nei mezzi d’informazione,
tanto per citare un esempio. (È un fatto straordinario).
Ciò che è
sempre mancato nella vita amministrativa locale è stata proprio la dimensione dei vari problemi:
rimpiazzare venti piante è diverso dal metterne a dimora duecento. «Risistemare
il verde pubblico» va bene giusto in campagna elettorale; quando s’insedia una
nuova Amministrazione, parte subito una salva di pretesti per giustificare in
anticipo che la sua azione sarà ridimensionata: «il deficit accumulato dalla
passata Amministrazione», «non abbiamo fondi», «abbiamo le mani legate», eccetera.
Nel nostro caso invece, con simili dati, anche il normale cittadino può
costruirsi in modo autonomo un’idea – a distanza di poche settimane
dall’insediamento dell’attuale Amministrazione – di quanto ammonta, con buona
approssimazione, la somma da destinare per vedere di nuovo le nostre piante al
loro posto – per giudicare la politica amministrativa in un momento successivo.
È una questione di trasparenza, di là
di come evolverà la vicenda. (Spettano alla politica, agli amministratori
pubblici i modi e i tempi d’attuazione).
(L’angolo della
cattiveria). È secondo me il caso di tentare un censimento analogo sulla nostra
periferia. Mi spiego. Qualche volenteroso battendo la fascia esterna al Quadrilatero,
calcolerà quanto distano i condomini più lontani che so, da una piazza con una
certa qualità ambientale – non le recenti distese di mattoncini –, una
farmacia, un supermercato di generi alimentari, un parrucchiere, un istituto
comprensivo o una tintoria. Tale operazione è utile per ricavare delle scale
delle priorità riguardanti eventuali interventi per migliorare la vita degli
avezzanesi nella periferia e soprattutto per trasformare quell’anello informe
in dei quartieri. (Qualcun altro si
chiederà a questo punto – con una punta di perfidia – considerando che in
quattro sono stati capaci di tale accurato censimento, perché non hanno pensato
ai propri quartieri i circa seicento
concorrenti allo scranno di consigliere comunale, mesi addietro e nella
migliore delle occasioni possibili).
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