Giusto un anno
fa recitavo questo in un video che è rimasto fermo al montaggio: «È diventato in un
battibaleno un tripudio di colori questo elemento; nella bella stagione attrae
lo sguardo dei frequentatori.
Tal
eccessiva fioriera – la chiamo così per comodità – dovrebbe provenire dal
nostro Museo lapidario e lascia immaginare un suo uso originario ben diverso. I
primi interventi – se così si può dire – con lo spray, avrebbero consigliato di
riportarlo dove si trovava oppure di donarlo a un qualsiasi museo archeologico.
È rimasto così per decenni a riempirsi d’acqua durante i temporali e di foglie
gialle in autunno. Poi è saltata fuori all’improvviso l’idea della fioriera da
giardinetto condominiale».
Ho letto ieri di
un restyling di piazza A. Torlonia e
mi è tornato alla mente. Si tratta di un sarcofago, spostato da quelle parti nella
seconda metà degli anni Settanta – largo G. Corbi, in piazza A. Torlonia. Sarebbe
bene – secondo me s’intende – svuotarlo e collocarlo in un luogo chiuso per
meglio conservarlo. Abbiamo in città purtroppo scarsi elementi che ci parlano
del nostro passato.
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