martedì 29 maggio 2018

Folks

(Mi allargo tantissimo questa volta con il rischio di spararle grosse, saltate se volete). Ho notato che diversi blog si sono interessati, per la prima volta, di questioni politiche nazionali; gente che in genere si occupa di due, tre cose e basta. (Era solo uno sfogo liberatorio, la mia riga dello scorso 27 maggio: ero abbastanza annoiato di come andavano le cose). Scrivo qualcosa lungo più di un tweet anch’io.
M’interessa il modo mutevole di comportarsi delle persone più che le istituzioni (stava per scapparmi «totali») pressoché fisse.
Mi è piaciuto molto Matteo Salvini per la sua spregiudicatezza e la sua lungimiranza, frutti di una carriera politica sufficientemente lunga. Non mi ha deluso Luigi Di Maio per la mancanza delle stesse qualità; ho preso atto della sua generosità nel distribuire le poltrone all’alleato di governo che aveva riportato poco più della metà dei suoi voti alle Politiche. Ha prevalso il primo, perché punta al colpaccio alle prossime Politiche – rischia di proporsi nuovamente, in qualche modo, la questione attuale nel centrodestra nel caso non cambino le posizioni su temi importanti. Un conto è vincere le elezioni – basta un ottimo pubblicitario –, un altro è la politica. (Già non si parla più del mio ormai ex-avvocato che ha appena rinunciato a formare un nuovo governo).
In pochi giorni siamo passati da popolo-popolo-popolo, Stiamo scrivendo la storia, Siamo in missione per conto di Dio, a: colpo di stato, alto tradimento, impeachment, marcette su Roma, feste di piazza (‘le carte colorate’), esposizione del tricolore, minacce di morte a Mattarella. (La terza era messa in bocca a Elwood – The Blues Brothers, 1980). Sto (purtroppo) tappato dentro casa da venerdì ma non ho sentito rumori particolari, non ho idea degli umori dei compaesani e non vedo intorno a me bandiere esposte – ieri ha pure giocato la Nazionale del Mancio.
C’entrano di mezzo l’euro e l’Europa nell’insanabile contrasto tra il presidente della Repubblica e due segretari di partito (M5s, Lega). I due pensano che si possa negoziare su tutto e all’infinito con Bruxelles, mentre l’Italia farebbe bene a ridurre il più possibile il debito pubblico, per potersi presentare nella sede dell’Unione con una buona dose di affidabilità. (Tenere i propri conti a posto è per sé un bene). Si tratta efficacemente da una posizione di forza, è tempo perso altrimenti; non è una questione di chi va a trattare: Salvini, Di Maio, Cottarelli o il mite Gentiloni. (I due buontemponi sono in ottima compagnia con la maggioranza dell’elettorato italiano).

Al posto del nuovo presidente del Consiglio incaricato sceglierei la crema degli italiani come ministri, per farmi bocciare sonoramente in Parlamento dalla… volontà popolare.

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