(Mi allargo tantissimo questa volta con
il rischio di spararle grosse, saltate se volete). Ho notato che diversi blog
si sono interessati, per la prima volta, di questioni politiche nazionali;
gente che in genere si occupa di due, tre cose e basta. (Era solo uno sfogo
liberatorio, la mia riga dello scorso 27 maggio: ero abbastanza annoiato di
come andavano le cose). Scrivo qualcosa lungo più di un tweet anch’io.
M’interessa il modo mutevole di
comportarsi delle persone più che le istituzioni (stava per scapparmi «totali»)
pressoché fisse.
Mi è piaciuto molto Matteo Salvini per
la sua spregiudicatezza e la sua lungimiranza, frutti di una carriera politica
sufficientemente lunga. Non mi ha deluso Luigi Di Maio per la mancanza delle
stesse qualità; ho preso atto della sua generosità nel distribuire le poltrone
all’alleato di governo che aveva riportato poco più della metà dei suoi voti alle
Politiche. Ha prevalso il primo, perché punta al colpaccio alle prossime
Politiche – rischia di proporsi nuovamente, in qualche modo, la questione
attuale nel centrodestra nel caso non cambino le posizioni su temi importanti. Un
conto è vincere le elezioni – basta un ottimo pubblicitario –, un altro è la politica. (Già non si parla più del mio
ormai ex-avvocato che ha appena rinunciato a formare un nuovo governo).
In pochi giorni siamo passati da popolo-popolo-popolo, Stiamo
scrivendo la storia, Siamo in missione per conto di Dio, a: colpo di stato, alto tradimento, impeachment, marcette su Roma, feste di
piazza (‘le carte colorate’),
esposizione del tricolore, minacce di morte a Mattarella. (La
terza era messa in bocca a Elwood – The Blues Brothers, 1980). Sto
(purtroppo) tappato dentro casa da venerdì ma non ho sentito rumori
particolari, non ho idea degli umori dei compaesani e non vedo intorno a me
bandiere esposte – ieri ha pure giocato la Nazionale del Mancio.
C’entrano di mezzo l’euro e l’Europa nell’insanabile contrasto tra il presidente della Repubblica
e due segretari di partito (M5s, Lega). I due pensano che si possa negoziare su
tutto e all’infinito con Bruxelles, mentre l’Italia farebbe bene a ridurre il
più possibile il debito pubblico, per potersi presentare nella sede dell’Unione
con una buona dose di affidabilità. (Tenere i propri conti a posto è per sé un
bene). Si tratta efficacemente da una posizione
di forza, è tempo perso altrimenti; non è una questione di chi va a trattare: Salvini, Di Maio,
Cottarelli o il mite Gentiloni. (I due buontemponi sono in ottima compagnia con
la maggioranza dell’elettorato italiano).
Al posto del nuovo presidente del
Consiglio incaricato sceglierei la crema degli italiani come ministri, per farmi bocciare sonoramente
in Parlamento dalla… volontà popolare.
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