Si è parlato di un paio di argomenti
che m’interessano da anni, nella scorsa settimana: il lavatoio lungo via M.
Colonna e il Parco delle Rimembranze. Nelle passeggiate per la mia prossima
pubblicazione, sono passato un paio di volte davanti al primo nel mese scorso e
ho messo i piedi dentro il secondo – in genere, uno lo guarda da una certa
distanza.
Mi hanno dato una pessima impressione,
le immagini web del lavatoio imbrattato di vernice spray – a disposizione di
moltissimi –, riguardavano anche me, in qualche maniera. Si tratta secondo me
d’ignoranza collettiva più che di generico vandalismo di pochi adolescenti.
Nonostante ciò, trovo giusta la denuncia rivolta al sindaco da parte dei
residenti nella zona.
È un caso diverso quello del parco
retrostante Castello Orsini. Sono passato da quelle parti sotto l’Epifania, al
tempo della prima lettera pubblica (Augusto Di Bastiano) e ho scritto che il
degrado di quel posto è legato all’età dei suoi frequentatori: basta farci
tornare gli anziani, quelli di mezz’età e i giovani genitori con i bambini –
non è semplice d’accordo. Entrandoci alcuni giorni fa invece, ho notato alberi
malati – quasi tutti. (È un parco
dopotutto: fai poco o per niente caso alla panchina devastata, ai vialetti
ingombri di foglie, al lampione messo fuori uso o all’origine della sua
denominazione) La situazione è peggiore di quella che si parava davanti agli
occhi passeggiando in piazza A. Torlonia e probabilmente bisognerà tagliare
quasi tutte le piante presenti.
Ecco, non è esattamente una questione di «manutenzione ordinaria» o di arredo
urbano com’è stato scritto nelle lettere che hanno segnalato il caso. È bene
ricordare che tale situazione è stata innescata dall’infausta «potatura»
seguita al restauro del castello (Spallone1).
Scrivo tutto questo perché nell’inverno scorso ho
ribattuto talvolta sprezzantemente a chi criticava l’«aspetto» di piazza A.
Torlonia all’inizio dei lavori. Non ho idea di quello che succederà agli alberi
malati del Parco delle Rimembranze, nel breve termine: rientrano nel novero
delle piante da abbattere e piantare nuovamente? È istruttivo metterci i piedi per rendersi conto
della condizione delle piante in quella zona. Uscirà probabilmente, alla fine,
uno studio sulla vegetazione che si trova nell’area di Castello Orsini che
confermerà le impressioni di chi avrà visitato quella zona. Una volta abbattuti
gli alberi, è bene recarsi sul posto anche per sincerarsi nuovamente dalle
sezioni dei tronchi circa l’esattezza delle nostre elucubrazioni e del giudizio
di qualche agronomo.
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