Ho finito il
pezzo che dovevo scrivere per venerdì prossimo, pubblicherò la parte finale sul
blog tra qualche giorno. Avrei voluto occuparmi di una serie di fatterelli
diversi tra loro in queste due settimane; con il senno di poi ho costatato che essi
sono tutti ispirati dal modo attuale di concepire la politica: la mera
occupazione del potere.
Augusto Di
Bastiano chiede di riqualificare la zona adiacente alla stazione ferroviaria (17 aprile).
Scorrendo la cronaca di altre (grosse) città mi capita di leggere, oltre alle
lamentele, anche delle proposte. Ho citato più di una volta la questione «scali
ferroviari» a Milano. Tutto questo va anche nella direzione di avere uno
straccio d’idea rispetto quel pezzo – importante – di città. (È simpatica questa,
perché racconta qualcosa che si conosce in pochi: «vane le segnalazioni dei
bagni di servizio chiusi all’interno della stazione»; io ne avevo scritto nella
mia ultima pubblicazione, a gennaio).
Fuochi artificiali
in un pezzo di Germanico Patrelli (MarsicaWeb,
20 aprile); si parte da un film di genere (The Day After, 1983) per criticare l’attuale assessore all’Ambiente
definito «efferato». (Efferato: «Feroce, barbaro, inumano; più che della
persona, si dice dell’azione commessa con ferocia e crudeltà, o dei
sentimenti», Treccani dixit). Piazza
A. Torlonia non si presenta come dopo
un attacco che distrugge delle testate atomiche («ICBM» = Intercontinental
Ballistic Missile. Montavano testate nucleari): il calore sviluppato
distrugge soprattutto la vegetazione. I dati preoccupanti sulla situazione degli
alberi in piazza A. Torlonia circolano sui mezzi d’informazione dalla scorsa estate. Anche in questo caso: la
stessa persona anziché scrivere su una testata fosse l’assessore, avrebbe
lasciato correre – negli ultimi quattro-cinque mesi del 2017 –, o avrebbe preso
un qualsiasi provvedimento? «efferato assessore al verde sintetico»: la moda è
stata lanciata durante la scorsa Amministrazione, non ricordando male.
C’entra la
politica anche nella pubblicazione di una notizia riguardante la «paura per le
nostre figlie» di alcuni abitanti di via del Cerreto (30 aprile): l’accenno
semplicemente.
Circola
ancora sul Centro di stamattina la
polemica sulla scritta di Forza Nuova contro l’Anpi nel parcheggio
dell’ospedale, incollata la notte dello scorso 24 aprile. È stata
rimossa da poco detta scritta; Mario Casale si chiedeva se tale ritardo fosse
imputabile a: «Connivenza, complicità o un consenso […]?» (2 maggio). (Al posto dei
destinatari l’avrei fatta sparire, senza solleciti al Comune e vari comunicati
alle testate giornalistiche).
(Radio
Serva). Il baldacchino per i fuochi del 26
è stato smontato il 30 aprile; rimane
tuttora davanti alla cattedrale la sabbia – si tratta di piazza Risorgimento.
(Riprendo a fare il blogger vecchia maniera: domenica
29 aprile anziché incrociare il classico bicchiere lasciato dai tiratardi dalla
notte precedente, ne ho visti ben cinque). Ben risentiti, in ogni modo.
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