lunedì 14 maggio 2018

il Piggi

(Ancora sull’11 maggio – qualche problemino di metodo storico). Ho accennato in più di un’occasione alla «storia orale» nel libello che ho pubblicato, quasi a contrapporla al prendere per oro colato la rappresentazione della realtà che s’incontra nella carta stampata da parte di alcuni storiografi. Nell’edizione non si trovano altri esempi che ho eliminato per risparmiare spazio – anche diverse date. Uno di questi era legato alla vicenda di Rigopiano (p. 6) e doveva essere infilato, nascosto nelle note finali trattandosi di una… notizia. (A distanza di sedici mesi, per essere precisi). Mi riferivo agli avezzanesi della Cnsas che hanno aperto la strada alle squadre di soccorso e ai mezzi motorizzati per raggiungere ciò che rimaneva dell’omonimo hotel e non ci vuole una gran perspicacia per immaginare che siano stati anche i primi ad arrivare sul luogo della catastrofe. (È bene aggiungere: da Avezzano, con quel tempaccio e il buio pesto). Non trovo – almeno io, s’intende – traccia di tutto ciò nei liberissimi mezzi d’informazione dell’altrettanto libera Italia, e gli storici vanno a caccia di documenti per scrivere la storia, com’è noto. (‘Carta canta’). Si sono comportati di conseguenza anche gli altri. Non si tratta di revisionismo, è proprio la cronaca giornalistica a essere almeno incompleta, reticente in quell’occasione. Ci voleva tanto a conoscere, immaginare l’«ordine di arrivo» di quanti si sono inizialmente avviati verso il Rigopiano? Chi poteva raggiungere per primo l’hotel: l’ortopedico, la Finanza, il caldarrostaio, la Buoncostume, il vigile del fuoco, i Blues Brothers o chi si occupa di trovare (fa solo quello) i dispersi? Non mi sorprendono più tali stranezze nei mezzi d’informazione e non solo in quelli, da decenni. I soccorritori dal canto loro tacciono; d’altra parte, è come se vedi uno leggere e tu gli chiedi quale azione, egli sta compiendo in quel momento: rimane in silenzio o ti manda a quel paese.

Mentre presentavo insieme al buon Fabrizio Galadini l’ultimo libro dello storico Costantino Felice a Vieniviaconme, il Rotary Club assegnava a Pierluigi Taccone in merito a quella vicenda il premio Cesare Paris, dall’altro lato di via Michelangelo Colaneri. È meglio di niente.

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