Gli studi universitari mi hanno portato
a interessarmi di numeri, in qualche maniera. Ho ripreso su questo blog i dati
degli ultimi tre censimenti (annuali) riguardanti la nostra regione: l’Abruzzo
perde oltre 3mila residenti l’anno – da un triennio. (Consigliavo di stare
tranquilli, all’inizio).
Ho poi accennato anche al fatto che
l’occupazione, negli ultimi anni, è cresciuta solo nei maggiori centri
italiani: città con almeno mezzo milione d’abitanti. (Ripreso anche questo dato
dalla stampa nazionale).
Una notizia inquietante ha riguardato l’Abruzzo
per il suo registrare in Italia la più alta percentuale dei giovani che lo abbandonano
per lavorare altrove. (Niente giovani, niente ripresa economica).
È poi arrivata la doccia fredda giorni
addietro. L’Istat prevede che tra mezzo secolo l’Italia sarà abitata dai nove decimi dell’attuale popolazione.
Non solo. Gli italiani abiteranno preferibilmente nelle grosse città. (La conurbazione
sulla costa adriatica non è una grossa città).
(In fine). Un sindacato che non nomino,
si è posto il problema di chi lavora nella scuola – solo in quel posto –, e
potrebbe avere dei problemi di occupazione legati al minor numero degli
studenti, a breve…
Inutile ricordare che simili notizie
non interessano le nostre testate locali – ognuno è libero di pubblicare ciò
che ritiene opportuno –, perciò non si trovano in giro analisi o commenti di
sorta. In Abruzzo non si è parlato per nulla, a livello di partiti politici e
amministrazioni, di simili inquietanti questioni. Si avvicinano le elezioni regionali,
nonostante tutto, sarà simpatico leggere di «sviluppo» e simili amenità sui
programmi elettorali.
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