Si cazzeggia amabilmente intorno alle
vicissitudini della nuova Amministrazione; ho notato una differenza tra me e gli
amici, i conoscenti: il punto di osservazione. Le persone puntano il sindaco,
poi scendono giù verso la Giunta e infine, ai consiglieri comunali. Mi comporto
diversamente: io parto dalle forze politiche presenti in città registrando ciò che esse pubblicano sulle questioni locali.
Ho scritto che in nemmeno un anno, la situazione è da noi migliorata perché
l’opposizione (Di Pangrazio, M5s), interviene di quando in quando. Nelle ultime
settimane, si è fatta viva perfino l’opposizione extra-consiliare (LeU, Pap).
(Di là del merito, in tutti i casi). È una situazione inedita ad Avezzano, nella
storia della repubblica democratica. Non ho perciò niente da ridire sui gruppi
consiliari comunali.
M’impantano generalmente sugli
assessori, quelli che, senz’ombra di dubbio, fanno le cose: perché? Nell’attuale congiuntura, per esempio, siamo
alla presenza di un assessorato cucito a misura di avvocato o di qualcuno abbastanza
addentrato nella giurisprudenza (Affari legali); il suo lavoro – il suo ozio –
si svolge prevalentemente nell’ombra. Domanda: quante persone conoscono la sua
attività a livello quantitativo? Soprattutto: quanti avezzanesi sono in grado
di giudicare tale lavoro? (Vi è di peggio e perdonate la ripetizione). L’atto più importante di
un’Amministrazione, quello che dovrebbe maggiormente scatenare dei conflitti in
Consiglio comunale, è l’approvazione del
bilancio. Sfogliando le cronache degli ultimi decenni – quelle del mese di
dicembre, ovviamente –, abbiamo noi avezzanesi, mai letto qualcosa al riguardo?
No, o pochissimo nel migliore dei casi. È perciò azzardato per un normalissimo
cittadino, esprimere un giudizio su un qualsiasi assessore al Bilancio negli ultimi trenta,
quarant’anni. Non discuti di bilancio e di cosa ti riduci a chiacchierare, quando stai con gli amici? Dei
fiorellini di un colore che non ti piace, delle cartacce buttate dove capita,
del concertino poco convincente di una cover
band? Del sindaco che potrebbe esserti meno antipatico?
È invece più facile notare con i propri
occhi i provvedimenti presi dall’assessore alla Sicurezza, quello ai Lavori
pubblici, alle Politiche ambientali – la gente glissa normalmente sul fatto che
egli deve anche smaltire centinaia di
quintali di rifiuti urbani ogni giorno –, o alla Cultura per via degli
spettacolini estivi. Si può procedere a una somma e meglio ancora a una sommatoria, in simili condizioni? No. È
perciò difficile per me giungere al seggio più alto e poi sommare di nuovo.
Le polemiche sugli assessorati negli
ultimi giorni non m’interessano perché sono questioni interne a uno
schieramento politico, legate alla spartizione delle poltrone e hanno perciò poco
a che spartire sia con la politica sia, soprattutto, con l’amministrazione di una città. È politica quando, per esempio,
l’opposizione spacca la maggioranza in una votazione – com’è successo giorni fa
all’Aquila sulla vicenda dello Sprar. È politica anche il caso contrario: la
maggioranza che frantuma l’opposizione – non si è invece superata la
campagna-acquisti, da noi.
(Sarà inaugurato entro l’estate un
pezzo del progetto di restyling in
piazza Risorgimento. È facile immaginare già da oggi le polemiche tra chi l’ha favorito,
trovato i finanziamenti, indetto un concorso nazionale e poi tenuto chiuso nel
cassetto e chi invece ne ha attuata una parte).
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