domenica 6 maggio 2018

Radio Bar(i) 8

Si cazzeggia amabilmente intorno alle vicissitudini della nuova Amministrazione; ho notato una differenza tra me e gli amici, i conoscenti: il punto di osservazione. Le persone puntano il sindaco, poi scendono giù verso la Giunta e infine, ai consiglieri comunali. Mi comporto diversamente: io parto dalle forze politiche presenti in città registrando ciò che esse pubblicano sulle questioni locali.
Ho scritto che in nemmeno un anno, la situazione è da noi migliorata perché l’opposizione (Di Pangrazio, M5s), interviene di quando in quando. Nelle ultime settimane, si è fatta viva perfino l’opposizione extra-consiliare (LeU, Pap). (Di là del merito, in tutti i casi). È una situazione inedita ad Avezzano, nella storia della repubblica democratica. Non ho perciò niente da ridire sui gruppi consiliari comunali.
M’impantano generalmente sugli assessori, quelli che, senz’ombra di dubbio, fanno le cose: perché? Nell’attuale congiuntura, per esempio, siamo alla presenza di un assessorato cucito a misura di avvocato o di qualcuno abbastanza addentrato nella giurisprudenza (Affari legali); il suo lavoro – il suo ozio – si svolge prevalentemente nell’ombra. Domanda: quante persone conoscono la sua attività a livello quantitativo? Soprattutto: quanti avezzanesi sono in grado di giudicare tale lavoro? (Vi è di peggio e perdonate la ripetizione). L’atto più importante di un’Amministrazione, quello che dovrebbe maggiormente scatenare dei conflitti in Consiglio comunale, è l’approvazione del bilancio. Sfogliando le cronache degli ultimi decenni – quelle del mese di dicembre, ovviamente –, abbiamo noi avezzanesi, mai letto qualcosa al riguardo? No, o pochissimo nel migliore dei casi. È perciò azzardato per un normalissimo cittadino, esprimere un giudizio su un qualsiasi assessore al Bilancio negli ultimi trenta, quarant’anni. Non discuti di bilancio e di cosa ti riduci a chiacchierare, quando stai con gli amici? Dei fiorellini di un colore che non ti piace, delle cartacce buttate dove capita, del concertino poco convincente di una cover band? Del sindaco che potrebbe esserti meno antipatico?
È invece più facile notare con i propri occhi i provvedimenti presi dall’assessore alla Sicurezza, quello ai Lavori pubblici, alle Politiche ambientali – la gente glissa normalmente sul fatto che egli deve anche smaltire centinaia di quintali di rifiuti urbani ogni giorno –, o alla Cultura per via degli spettacolini estivi. Si può procedere a una somma e meglio ancora a una sommatoria, in simili condizioni? No. È perciò difficile per me giungere al seggio più alto e poi sommare di nuovo.
Le polemiche sugli assessorati negli ultimi giorni non m’interessano perché sono questioni interne a uno schieramento politico, legate alla spartizione delle poltrone e hanno perciò poco a che spartire sia con la politica sia, soprattutto, con l’amministrazione di una città. È politica quando, per esempio, l’opposizione spacca la maggioranza in una votazione – com’è successo giorni fa all’Aquila sulla vicenda dello Sprar. È politica anche il caso contrario: la maggioranza che frantuma l’opposizione – non si è invece superata la campagna-acquisti, da noi.

(Sarà inaugurato entro l’estate un pezzo del progetto di restyling in piazza Risorgimento. È facile immaginare già da oggi le polemiche tra chi l’ha favorito, trovato i finanziamenti, indetto un concorso nazionale e poi tenuto chiuso nel cassetto e chi invece ne ha attuata una parte).

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