venerdì 10 agosto 2018

Impro, C

Non do molto peso ai miei compaesani quando lamentano scarsa democrazia in una qualche situazione: fosse dipeso dagli avezzanesi, avremmo ancora i tedeschi e i fascisti tra i piedi. Nelle questioni che io sto trattando (isola pedonale, pista ciclabile), c’entra in realtà qualcosa che precede la democrazia e la politica: la convivenza.
Non uso la bicicletta almeno da quindici anni e perciò m’interessa relativamente il nuovo sistema delle piste ciclabili ma non mi oppongo alla sua costruzione, anzi. (Soprattutto alla realizzazione del collegamento tra la stazione ferroviaria e la ciclabile nord su via S. Allende). Non ho mai detto no alla costruzione di una nuova chiesa, pur non mettendoci i piedi dentro e sapendo che sarà scarsamente frequentata. Immagino: uno trova i soldi per rammodernare, ristrutturare pesantemente lo Stadio dei Marsi. Io che gli dico? Sono contrario perché non si riempirebbe mai di gente, nemmeno con i Rolling Stones? (Il mio interesse per il calcio è pari a zero, notoriamente). Nemmeno per idea.

Tutti questi ingiustificabili rifiuti (isola pedonale, pista ciclabile) nel corso dei decenni hanno invece indebolito la coesione sociale. Le polemiche – estive, moralistiche – in alcuni mezzi d’informazione su un paio di espressioni utilizzate da altrettanti personaggi hanno coperto proprio questa situazione. (Che combinazione, anche questa volta…)

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