Non do molto peso ai miei compaesani
quando lamentano scarsa democrazia in una qualche situazione: fosse dipeso
dagli avezzanesi, avremmo ancora i tedeschi e i fascisti tra i piedi. Nelle questioni
che io sto trattando (isola pedonale, pista ciclabile), c’entra in realtà
qualcosa che precede la democrazia e la politica: la convivenza.
Non uso la bicicletta almeno da
quindici anni e perciò m’interessa relativamente il nuovo sistema delle piste
ciclabili ma non mi oppongo alla sua costruzione, anzi. (Soprattutto alla
realizzazione del collegamento tra la stazione ferroviaria e la ciclabile nord
su via S. Allende). Non ho mai detto no alla costruzione di una nuova chiesa,
pur non mettendoci i piedi dentro e sapendo che sarà scarsamente frequentata. Immagino:
uno trova i soldi per rammodernare, ristrutturare pesantemente lo Stadio dei
Marsi. Io che gli dico? Sono contrario perché non si riempirebbe mai di gente,
nemmeno con i Rolling Stones? (Il mio interesse per il calcio è pari a zero,
notoriamente). Nemmeno per idea.
Tutti questi ingiustificabili rifiuti (isola
pedonale, pista ciclabile) nel corso dei decenni hanno invece indebolito la coesione sociale. Le polemiche – estive,
moralistiche – in alcuni mezzi d’informazione su un paio di espressioni
utilizzate da altrettanti personaggi hanno coperto proprio questa situazione.
(Che combinazione, anche questa volta…)
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