domenica 12 agosto 2018

Impro, D

Torno sulla questione della mancanza di democrazia e «condivisione», riferita da alcuni alla decisione di realizzare un sistema di piste ciclabili e un’isola pedonale – è in realtà un progetto di restyling. (Tornerò presto – nuovamente – sulla seconda e sul post del 3 agosto ma sarò cattivo quanto pignolo). Immaginiamo: un qualsiasi sindaco vuol trasformare l’edificio della Corradini-Fermi (come si chiama adesso?) in rimessa per pullman. Ci saranno favorevoli e contrari – spero la maggioranza. La questione è: o no; non esistono soluzioni intermedie e perciò negoziabili.
È leggermente diversa la vicenda delle piste ciclabili. Il sistema comprende millecinquecento metri di piste e ci si poteva accordare tra le parti (Amministrazione comunale, associazioni di categoria). Perché non si è negoziato, non ci hanno provato per niente? Mancanza di reciproca fiducia? (È comprensibile un simile atteggiamento da parte della prima mentre non lo è da parte delle seconde: allora non è vero che le piste ciclabili danneggerebbero i commercianti e gli artigiani dentro il Quadrilatero). Il colmo del ridicolo è stato quando chi si è opposto, a priori, alle piste ciclabili, ha in seguito preso a criticarle.

Il progetto di restyling, con annessa zona pedonale, non è negoziabile, perché un pezzo di strada (50 metri) compreso tra altre due, è un’unità minima. È la situazione illustrata all’inizio: o no. È la classica situazione in cui è impossibile accordarsi. Perché allora lamentare, da parte delle associazioni di categoria, la mancata «condivisione» di un progetto cui si è contrari a priori, tradizionalmente? La questione è un’altra: perché protestare – è un eufemismo, lo so –, a ridosso dell’inizio dei lavori anziché quando è stato presentato il progetto, cinque anni fa? (Per chi conosce tre, quattro romanzi di Leonardo Sciascia, la seconda è un’interrogativa retorica).

Nessun commento:

Posta un commento