martedì 14 agosto 2018

Impro, E

Sono stato per la prima volta dentro un’isola pedonale a ventidue anni (Frankfurt am Main); ho smesso di parlarne con i compaesani prima di raggiungere quota 30: tempo e fiato sprecati in un posto del genere. (Come me, due generazioni d’ambientalisti). Non a caso, ho scritto il 31 luglio – a sessantatré anni: «Dagli anni Novanta, hanno discusso d’isola pedonale i vari sindaci e le associazioni dei commercianti – ignoro quanto favorevoli i primi, mentre i secondi sono sicuramente contrari. È uno schema certo inconsueto nella Penisola e altrove che invece vede come proponenti le associazioni ambientaliste mentre dall’altra parte si registra l’ostilità delle associazioni dei commercianti». Più di uno è rimasto deluso dell’atteggiamento dei partiti che fanno riferimento alla sinistra, nelle vicende dei giorni scorsi. Butto giù qualcosa.
(Premessa. L’ambiente per me, per decenni, è rappresentato dallo smaltimento dei rifiuti e dalla conservazione degli ambienti fluviali; negli ultimi anni è l’attenuazione degli effetti legati ai cambiamenti climatici come colpi di calore, flash flood, eccetera – eliminare le acque che raggiungono periodicamente il sottopasso di via don G. Minzoni da Borgo Pineta con altre tubature, è una soluzione che mi lascia perlomeno scettico).
Tra la seconda metà degli anni Ottanta e i primi di questo secolo, è andata proprio in quel modo in Italia: le amministrazioni di sinistra erano generalmente più attente, sensibili delle altre alle questioni ambientali. Abbiamo visto tutt’altro ad Avezzano. Negli ultimi decenni si sono registrate solo un paio d’amministrazioni assimilabili a quel colore politico, da noi: Spallone2 (1997-2002) e Di Pangrazio (2012-17). Almeno io – per quello che può valere –, ho già espresso un giudizio negativo su tutt’e due. Spallone aveva dato il meglio di sé nell’amministrazione precedente (1993-97), ricavando un alto numero di parcheggi nel Quadrilatero: la crisi di quella zona parte da lì. (I parcheggi e le corsie sono legati: lo capiranno mai, i pittoreschi sostenitori di «più automobili al centro»? Almeno una mezz’idea sull’incomprimibilità dei solidi…). Ecco spiegato perché io non ne ho scritto nemmeno un rigo.
Il locale Partito Democratico in quest’occasione ha giocato a fare «l’italiano»: «come suggerito dai rappresentanti di categoria, saranno valutate e sottoposte agli organi tecnici e politico-amministrativi dell’Ente iniziative di sostegno economico, a fini perequativi, per i potenziali disagi derivanti dalle opere in discussione», 2 agosto 2018. (Come recita il vecchio adagio: «Mi faccio pagare per nuovo»).
Proseguo su questa linea. In questa vicenda, M5s ha diplomaticamente benaltrato per non scontentare le due fazioni. (Non è una buona tattica in generale, lo è ancor meno quando si gioca di rimessa). Non ho capito perché Massimo Verrecchia pur appartenendo allo stesso schieramento dell’amministrazione De Angelis, la attacca con accanimento sulle piste ciclabili. In proposito, l’uomo politico chiede – non si capisce bene a chi: «L’architetto Alessandro Tursi ha parlato come progettista o come Presidente di Legambiente Fiab Giulianova?», 26 luglio 2018. Ammesso che Verrecchia abbia avuto tutta questa curiosità, perché non mettere i piedi nell’aula consiliare e ascoltare, chiedere di persona, lo scorso 24 maggio oppure farsi raccontare da chi ha assistito alla presentazione di quel progetto? Potrei sbagliarmi: Legambiente (Roma) è un’associazione, Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta – Milano) un’altra. Tenta poi, in maniera maldestra, il ricorso all’argumentum ad hominem. Egli non attacca né il comune d’Avezzano (committente), né l’università La Sapienza (Roma) bensì le presunte idee politiche di un professionista per mettere in cattiva luce un suo progetto. La prima associazione è «guidata da molti esponenti di sinistra» mentre non è dato sapere se vale la stessa considerazione per la seconda (sono post-paleofascisti, secessionisti, trumpisti? Tanto per restare coperti a destra in questi tempi d’incertezze). Un (presunto) comunista – neanche fossimo ai tempi della Guerra fredda – è perciò necessariamente un pessimo progettista: egli non può fare altro che proporre, firmare robaccia, anche pericolosa. (È questo, come si è detto, un escamotage retorico per delegittimare il progetto delle piste ciclabili – argomento che però egli aggira con disinvoltura). Potendo interessare:
Questa sullo stesso architetto è invece più fresca:

Buon Ferragosto a tutti.

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