Si è continuato a discutere di piazza del Mercato anche sotto
Ferragosto; mi è capitato di parlarne con gente che normalmente si disinteressa
di certi argomenti. Io mi sono lamentato più volte della mancata contestazione
del progetto in senso stretto. La
novità di questi ultimi giorni è che si è fatto vivo su una testata
giornalistica uno degli estensori, chiarendo alcuni punti.
(Solo) AvezzanoInforma ha pubblicato – sotto un titolo
chilometrico che vi risparmio – una lettera di Giuseppe Angelosante (13 agosto
2019), da cui estraggo un brano. Il professionista ha appena affermato che non tutte le piante sono adatte per il
verde pubblico, così prosegue: «L’errore
è stato fatto al momento della messa a dimora, scegliendo l’essenza sbagliata;
oppure venti o trenta anni fa, quando sarebbe stato opportuno operare di
ringiovanimento, come da manutenzione prevista nelle aree urbane». Angelosante descrive
perciò un paio di errori commessi
dagli avezzanesi nel secolo scorso:
il primo durante la costruzione del centro direzionale – negli anni Venti –, il
secondo a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta. (Quel pezzo mi riporta alla
mente un episodio simile. Anni addietro – luglio 2013 –, io raccontai con
leggerezza su questo blog il taglio di diversi begli alberi in piazza B.
Orlandini e via G. Garibaldi; da lì scattò una protesta del WWF. Qualcuno
dell’allora Forestale fece capire, privatamente, a noi quattro gatti che
contestavamo come fosse un errore chiedere di piantare delle nuove robinie
perché considerate infestanti – provengono dal Nord-America. Ecco, parlando di
storia, non bisogna prendere per oro
colato tutto ciò che ci giunge dal passato).
L’ingegnere
denuncia il mancato utilizzo di una
metodologia per quanto riguarda il verde pubblico urbano, nel caso più
recente. Nel senso che da almeno vent’anni – stando alla sua datazione – non si
è intervenuti adeguatamente nella manutenzione
del verde. (Lì, mi sono chiesto: quanto sono rimasto indietro? Anche: in cosa
consiste una tale operazione nel 2019?).
Poco prima, lo stesso aveva precisato: «l’amministrazione ha voluto affiancare alla riqualificazione della
piazza un intervento di manutenzione del patrimonio arboreo, che non è solo
potatura, ma anche e soprattutto il ringiovanimento, previsto quando un albero,
anche se non malato, raggiunge dimensioni incompatibili con il tessuto urbano».
Ergo, il taglio degli alberi, la conseguente messa a dimora e la copertura
di vetro, sono due progetti
distinti.
Conoscendo la citata situazione, avrei pubblicato – dagli inizi di
giugno – ciò che avete finora letto su questo blog? In buona parte sì, sarebbe
stata diversa l’impostazione e ridotto il numero dei post; io ignoravo – se non
si fosse ancora compreso – che si trattava di progetti da avviare in sequenza, nello stesso cantiere.
Ieri sono iniziati i lavori veri e propri. Ne so abbastanza adesso,
circa la sistemazione di piazza del Mercato portata avanti dalla passata
Amministrazione? No, mi manca ancora qualcosa.
(Auguri a Enrico Rava, ovviamente).
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