Ho citato
un paio di episodi che hanno visto approdare noi abruzzesi agli onori della
cronaca nazionale, lo scorso 3 agosto. Ne prendo un altro: il concerto di Roberto
Vecchioni a Ovindoli, giorni fa. Le testate nazionali sono: Repubblica, CorriereDellaSera, IlSussidiario,
VoxnewsInfo e BlastingNews del 12, IlGiornale
del 13 agosto 2019.
Non si è
fatta una bella figura noi marsicani anzi, si è affondati nel ridicolo. Abbiamo
rimediato l’immagine delle persone che generalmente non vanno ai concerti e
quando ciò succede, non sappiamo come
comportarci. (E parte inesorabilmente la commedia degli equivoci).
Un concerto
non è la somma di alcune incisioni: un artista può proporre nuovi arrangiamenti
di suoi brani, anche eseguire altrui cover
– come si dice oggi. Succede di tutto tra un’esecuzione e l’altra: battute, impressioni,
saluti, siparietti, aneddoti personali, ospiti ricevuti sul palco, considerazioni,
appelli, parolacce, imitazioni, poesie, raccomandazioni, gag. Anche bevute, fumate, spiluccate, accordature, risate, indumenti
e asciugamani che volano, dialoghi con i tecnici. A margine, sono venduti CD, gadget e altro; un personaggio raccoglie
generalmente anche fondi per qualche associazione benefica. Dimentico
probabilmente qualcosa della mia esperienza in concerti di quel tipo di musica. Un pubblico di diecimila persone che si sente
rivolgere: «Siete stupendi!», non si sente minimamente preso in giro anzi,
applaude con trasporto. Chi afferma certe cose dietro qualche faro potentissimo
non vede assolutamente niente
davanti a sé.
(È tutt’altro ambiente un concerto di
classica, lirica, jazz o King Crimson, David Gilmour).
Già, che
cosa è successo a Ovindoli? Si è registrata una novità, qualche strappo,
all’usato palinsesto? No, minimamente per quello che ho letto; nonostante ciò,
alcuni – ammesso che le cose siano andate per come sono state raccontate dalle
testate giornalistiche – si sono tolti lo sfizio di contestare un cantautore abbastanza
apprezzato in Italia, con oltre mezzo secolo d’attività alle spalle. Chi dei
due tiene maggiormente a non rovinare il clima durante un’esibizione: l’artista
o il pubblico? (I fischi ci stanno bene in caso di «stecca» o défaillance da parte dell’esecutore; del
cantante che interrompe un concerto, suona un’oretta o non concede il bis). Per
citare don Lisander: ‘Fu vera gloria?’.
Le varie
testate hanno ripreso – da Facebook – un brano del sindaco d’Ovindoli e proprio
lì, si raggiunge un’altra vetta del provincialismo; Roberto Vecchioni è stato: «lautamente
pagato dagli Ovindolesi». Domanda: come può un paesello di nemmeno milleduecento abitanti pagare
«lautamente» un artista? Ha presente il sindaco di quel posto quanto costa una grossa produzione musicale italiana o
internazionale? (Quanto costa la campagna
pubblicitaria per il concerto di uno
buono?).
Una
questione rilevante nella vita quotidiana è l’insana voglia di litigare che purtroppo contagia i connazionali
da alcuni anni a questa parte e produce simili situazioni. Troppi italiani
viaggiano con il comando DISSENSO AUTOMATICO inserito – perciò a rimorchio degli altri. (Ignoro in
quale percentuale c’entri anche la smania di visibilità, di finire sui
giornali). Va da sé che non è obbligatorio andare ai concerti in una repubblica
democratica come l’Italia – soprattutto delle persone che noi non sopportiamo.
(Considerando
che è il cinquantenario: ‘We are stardust | We are golden | And we’ve got to
get ourselves | Back to the Garden’).
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