La roba vecchia che avevo promesso. Come si è comportata Avezzano, per
lo stesso caso, quasi sei anni fa? Riporto dei brani consultabili in rete,
provateci.
«“A breve
incontrerò anche i responsabili di settore”, conclude [Giovanni Di Pangrazio],
“per discutere della possibilità di chiudere al traffico il quadrilatero
intorno alla piazza, in modo da renderla godibile, fino alle 14, come mercato e
poi come punto di ritrovo, per i giovani e per le famiglie. Ci saranno
spazi dedicati a eventi musicali e culturali. Pensiamo anche a un’area
parcheggio”». Cfr. Direttore, Avezzano, la nuova piazza Mercato, in «IlCapoluogo» 19 settembre 2013.
«Il mercato
inizierà alle 8:00 e verrà sgombrato alle 14:30, orario in cui la piazza si presterà
a diventare un’area di svago e di passeggio per i cittadini, pronta ad
accogliere nuove iniziative grazie al progetto della chiusura pomeridiana delle
strade adiacenti». Cfr. Avezzano: Piazza del Mercato, novità e
perplessità, in «Marsicanews» 19 settembre 2013.
Io
pubblicai un paio di post. «Mi lascia indifferente, la vicenda del cosiddetto
restyling di piazza del Mercato: si sega qualche albero, si ricavano alcuni
parcheggi [riducendo l’area pedonale su via C. Battisti] e poco altro. Lo
ricavo da una foto del progetto:
http://www.terremarsicane.it/content/avezzano-piazza-mercato-fino-alle-1430-piazza-salotto-dopo
[questa pagina non esiste più]
[…]
Considero – per la mia formazione – una piazza come un luogo chiuso e per
questo mi battei contro la distruzione del Mercato coperto, negli anni Ottanta
del secolo scorso; m’interessa poco per lo stesso motivo, piazza Bruno Corbi»,
19 settembre 2013.
«Per
costruire il “salotto” di piazza del Mercato, saranno tagliati tre (begli)
alberi lungo via Cesare Battisti e almeno due (altrettanto belli) lungo via del
Mercato. (Almeno. Gli alberi su via del Mercato sono disegnati in una posizione
che a me sembra fantasiosa, nel progetto della foto citata). Non chiedetemi che
fine farà la fontanella», 20 settembre 2013.
Riassumendo:
bisognava eliminare cinque alberi su
otto (Di Pangrazio 2013), mentre ne è
stato proposto il taglio di sette su
sette, da rimpiazzare con altri undici (De Angelis 2017). Le limitazioni al traffico erano all’incirca le stesse (Di Pangrazio 2013, De Angelis 2017).
Come andò a
finire? Lettere di protesta o moralismo, anche a buon mercato: zero. Testate giornalistiche sensibili,
addirittura sdegnate: zero. Firme
raccolte, per evitare il taglio degli alberi: zero. Clerici vagantes
venuti a dirozzare noi montanari: zero.
Fui l’unico,
a pubblicare che era stato tagliato un platano in piazza del Mercato, poco
prima delle Amministrative 2017 –
perdonate la ripetizione; scrissi anche che la piazzola fu asfaltata nel giro
di due o tre giorni per impedire che a qualcuno saltasse in mente l’idea di
rimpiazzarlo con qualche essenza, in futuro. Non fu dichiarato né «storico» né
«secolare» da alcuni avezzanesi quell’albero; il suo abbattimento non
costituiva un pericolo per «il senso
identitario degli avezzanesi» anzi, era meglio perderne definitivamente
anche le sue ultime tracce. Chi si mosse allora degli attuali sdegnati «abitanti
del quartiere» (che è anche il mio)? Come riportai su questo blog, furono
eliminati anche diversi pini nel tratto via Kolbe-via Tirabassi sempre in quel
periodo. (‘Zitto tu, zitto io’,
ancora una volta).
L’atteggiamento
dei singoli cittadini, associazioni, sindacati e partiti, è stato troppo diverso questa volta; era impossibile non notarlo a meno di essere
ciechi o ipocriti. Ho spiegato anche il perché: cherchez le politicard! Va da sé che io non avrei mai pubblicato
tutti questi post su tale argomento, se per attaccare Gabriele De Angelis – legittimamente,
in vista delle Amministrative 2020 – fossero stati scelti, da una compagnia così
(inutilmente) assortita, degli altri temi; che so: trasporti pubblici, assistenza
ai portatori di handicap, puttane nella zona Nord, ruolo d’Avezzano a livello
regionale, testamento biologico, servizi sociali, strade senza illuminazione, vecchio
cimitero, bilancio, zone della città che si allagano quando piove copiosamente,
edilizia pubblica, monumento a Vito Taccone, centri sociali per anziani, eccetera.
(Il Billo del
titolo è un vecchio amico che abita a Scandicci, FI).
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