sabato 24 agosto 2019

quantum mutatus a Billo

La roba vecchia che avevo promesso. Come si è comportata Avezzano, per lo stesso caso, quasi sei anni fa? Riporto dei brani consultabili in rete, provateci.
«“A breve incontrerò anche i responsabili di settore”, conclude [Giovanni Di Pangrazio], “per discutere della possibilità di chiudere al traffico il quadrilatero intorno alla piazza, in modo da renderla godibile, fino alle 14, come mercato e poi come punto di ritrovo, per i giovani e per le famiglie. Ci saranno spazi dedicati a eventi musicali e culturali. Pensiamo anche a un’area parcheggio”». Cfr. Direttore, Avezzano, la nuova piazza Mercato, in «IlCapoluogo» 19 settembre 2013.
«Il mercato inizierà alle 8:00 e verrà sgombrato alle 14:30, orario in cui la piazza si presterà a diventare un’area di svago e di passeggio per i cittadini, pronta ad accogliere nuove iniziative grazie al progetto della chiusura pomeridiana delle strade adiacenti». Cfr. Avezzano: Piazza del Mercato, novità e perplessità, in «Marsicanews» 19 settembre 2013.
Io pubblicai un paio di post. «Mi lascia indifferente, la vicenda del cosiddetto restyling di piazza del Mercato: si sega qualche albero, si ricavano alcuni parcheggi [riducendo l’area pedonale su via C. Battisti] e poco altro. Lo ricavo da una foto del progetto:
[…] Considero – per la mia formazione – una piazza come un luogo chiuso e per questo mi battei contro la distruzione del Mercato coperto, negli anni Ottanta del secolo scorso; m’interessa poco per lo stesso motivo, piazza Bruno Corbi», 19 settembre 2013.
«Per costruire il “salotto” di piazza del Mercato, saranno tagliati tre (begli) alberi lungo via Cesare Battisti e almeno due (altrettanto belli) lungo via del Mercato. (Almeno. Gli alberi su via del Mercato sono disegnati in una posizione che a me sembra fantasiosa, nel progetto della foto citata). Non chiedetemi che fine farà la fontanella», 20 settembre 2013.
Riassumendo: bisognava eliminare cinque alberi su otto (Di Pangrazio 2013), mentre ne è stato proposto il taglio di sette su sette, da rimpiazzare con altri undici (De Angelis 2017). Le limitazioni al traffico erano all’incirca le stesse (Di Pangrazio 2013, De Angelis 2017).
Come andò a finire? Lettere di protesta o moralismo, anche a buon mercato: zero. Testate giornalistiche sensibili, addirittura sdegnate: zero. Firme raccolte, per evitare il taglio degli alberi: zero. Clerici vagantes venuti a dirozzare noi montanari: zero.
Fui l’unico, a pubblicare che era stato tagliato un platano in piazza del Mercato, poco prima delle Amministrative 2017 – perdonate la ripetizione; scrissi anche che la piazzola fu asfaltata nel giro di due o tre giorni per impedire che a qualcuno saltasse in mente l’idea di rimpiazzarlo con qualche essenza, in futuro. Non fu dichiarato né «storico» né «secolare» da alcuni avezzanesi quell’albero; il suo abbattimento non costituiva un pericolo per «il senso identitario degli avezzanesi» anzi, era meglio perderne definitivamente anche le sue ultime tracce. Chi si mosse allora degli attuali sdegnati «abitanti del quartiere» (che è anche il mio)? Come riportai su questo blog, furono eliminati anche diversi pini nel tratto via Kolbe-via Tirabassi sempre in quel periodo. (‘Zitto tu, zitto io’, ancora una volta).
L’atteggiamento dei singoli cittadini, associazioni, sindacati e partiti, è stato troppo diverso questa volta; era impossibile non notarlo a meno di essere ciechi o ipocriti. Ho spiegato anche il perché: cherchez le politicard! Va da sé che io non avrei mai pubblicato tutti questi post su tale argomento, se per attaccare Gabriele De Angelis – legittimamente, in vista delle Amministrative 2020 – fossero stati scelti, da una compagnia così (inutilmente) assortita, degli altri temi; che so: trasporti pubblici, assistenza ai portatori di handicap, puttane nella zona Nord, ruolo d’Avezzano a livello regionale, testamento biologico, servizi sociali, strade senza illuminazione, vecchio cimitero, bilancio, zone della città che si allagano quando piove copiosamente, edilizia pubblica, monumento a Vito Taccone, centri sociali per anziani, eccetera.

(Il Billo del titolo è un vecchio amico che abita a Scandicci, FI).

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