Sto
elencando le differenze tra la mia impostazione della politica regionale e
quella dei partiti e liste che parteciperanno alla competizione del prossimo 10
febbraio, in questa serie.
Il
programma elettorale del raggruppamento standard è un mero riempire delle
caselle: come intervenire nei vari settori (sanità, trasporti, istruzione ecc.).
Secondo la propria sensibilità politica, ça
va sans dire. È quello che succede comunemente andando a ritroso negli
anni: Zero, Novanta, Ottanta del secolo scorso, eccetera. Si può affermare che
tutto ciò funziona quando vanno bene le cose in una comunità e nel luogo che la
contiene. È il nostro caso? Non tira certo aria di rivolgimenti sociali, di
rivoluzioni all’orizzonte però di declino, sì come ho raccontato in precedenza
– l’ho ripreso da documenti pubblici.
Nell’ultimo
post ho citato gli 864 siti inquinati (poco, tanto, così-così) in Abruzzo; ci
si accorgerebbe che in una terra di ex pastori come la nostra, vi è una buona
fetta di territorio in cui non portare nemmeno a brucare le pecore, sommando
l’estensione complessiva degli stessi. Una popolazione non beve l’acqua quando
essa è inquinata, ma anche un’industria, un laboratorio avrebbe qualche piccolo
problema in un caso del genere.
A
distanza di dieci anni dal terremoto dell’Aquilano, è stata capita la lezione
da parte degli abruzzesi? Penso di no, nemmeno in occasione dei terremoti più
recenti sulla costa. Di quanto è cresciuto il numero delle costruzioni
anti-sismiche?
Sono
state segnalate delle frane in corso negli anni passati, ancora sulla costa,
fino alla notizia nella cronaca locale. Le istituzioni non sono intervenute in
tempo. La mia domanda è: chi è quel pazzo che investe in un territorio tanto
disastrato?
Il
25 è stato presentato uno studio dell’Arta; non se n’è parlato nel web, ho
letto giusto qualche riga il giorno seguente sfogliando Il Centro.
https://www.artaabruzzo.it/download/pubblicazioni/relaz_stato_ambiente_abruzzo_2018_abstract.pdf
"I agree" ( quoting Einstein - Fort Alamo '44)
RispondiEliminaApprofitto per salutare
Enrico