Spulciando
la cronaca «elettorale», ho notato che altrove si critica, s’irride il cambio
di casacca di numerosi politici mentre tutto tace nella Marsica. Si è ripetuta
una simile situazione, il 18 gennaio per la cerimonia di Rigopiano. Alcune
testate nazionali hanno avuto da ridire, polemizzato – a torto, a ragione, non
interessa – per la presenza di un paio di alti rappresentanti governativi alle
manifestazioni mentre in Abruzzo è filato tutto liscio come l’olio.
Riprendo
una questione che mi è sempre stata a cuore. Il brano è questo: «La riflessione
di Benigno D’Orazio (FdI), presidente di Ambiente e/[è] vita, a margine della
visita di Salvini a L’Aquila per lanciare la candidatura di Marco Marsilio». (Si
trova in: Nonostante Marsilio, in «IlCapoluogo»
7 gennaio 2019). Orbene, Ambiente e/è vita appartiene alla galassia
ambientalista da anni; tra le nostre consuetudini non codificate, vi è quella
di non eleggere persone con una tessera di partito in tasca negli organismi
dirigenti e perciò come presidente: ne va di mezzo non solo l’affidabilità dell’associazione
ma anche delle altre che operano nello stesso segmento. Nel caso citato, si tratta
addirittura di un intervento politico.
Ho
finalmente letto qualcosa in sintonia con quanto scritto nel precedente post: «Il
Territorio Peligno si sta spopolando e invecchiando, […] viene tagliato fuori
dai traffici ferroviari con la bretella di Pratola Peligna, è stato sottoposto
a pesanti tagli nel sistema dei trasporti su gomma», in «CorrierePeligno» 17
gennaio 2019. Il fenomeno si è manifestato prima che altrove nella nostra
regione e sta colpendo duro, in quelle parti.
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