giovedì 3 gennaio 2019

Festività natalizie

Ho purtroppo incontrato pochi amici tornati da fuori in queste festività natalizie per colpa di un lungo raffreddore. (È stata un’istruttiva esperienza passare la mattina e il primo pomeriggio di Natale al Pronto soccorso, senza voce).
Mi sono stati chiesti lumi sulle vicende apparse, lette nelle nostre testate on-line, nell’ultimo anno. Li ho accontentati, premettendo che la questione è stata, anche nel 2018, la manciata di avezzanesi in meno, rispetto ai quattrocento in più, cui ci ha abituati il secolo scorso. (È una faccenda che si nota meglio a scala comprensoriale e regionale – peccato che non se ne parli in giro).
La logica dietro alla pista ciclabile è la stessa dietro alle rotatorie, anni addietro: si raspano altrove quattrini per costruire qualcosa. (Che serva o no). Le rotatorie sono finora servite per evitare incidenti pericolosi o mortali in determinati incroci: è stato un bene o un male? Tutto qua. Le piste ciclabili ci risparmiano da alcuni mesi almeno una quantità (bassa, così-così, alta) di sostanze cancerogene nei polmoni. Anche in questo caso: è un bene o un male? Spingere i cittadini a muoversi a piedi?
È cresciuto di poco il patrimonio arboreo avezzanese, tra il 2017 e il 2018. È una buona notizia per chi vuole adattarsi ai nuovi fenomeni meteorologici legati ai cambiamenti climatici negli ultimi lustri. (Qualche decina di metri quadrati d’asfalto rimossi e siamo a cavallo).

È mancata una pianificazione, secondo chi vive in città più grandi e sono d’accordo, ma in Italia è scomparsa l’idea di futuro – anche nelle metropoli.

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