Un’altra domanda: credevano
sul serio a ciò che producevano tanti critici-di-qualcosa, poeti, pittori,
scrittori, eccetera delle nostre parti? Quelli di oggi? Penso di no, ieri come
oggi.
Porto due esempi. Un
pittore – anche un imbrattatele – vuole in fondo, vendere i propri pezzi ed è
portato a mostrarli a un maggior numero di persone possibile e nella situazione
migliore: deve perciò produrre molte mostre personali. Un’altra strada da
battere è proporre le proprie opere a un gallerista lombardo: lui compra in
blocco se interessato. (Funziona così nel Nord-America, da mezzo secolo. Se
qualcuno avesse voluto mai acquistare una dozzina di quadri – anche nel giro di
un mese – da un nostro conterraneo, avrebbe ricevuto un rifiuto. Non avrebbe
certo spiegato al mercante lombardo, che l’anno seguente avrebbe partecipato a
una collettiva a San Giovanni di Sante Marie e non poteva fare a meno di presentare
quei pezzi). Da noi invece il pittore medio – anche l’imbrattatele – prova a
infilarsi in qualche mostra collettiva – perché a costo zero –, si sbraccia per
farsi notare da qualche critico d’arte romano; egli spende molti quattrini per
una pubblicazione o un catalogo, tampina i cronisti (‘Sicut erat in principio’) per farsi scrivere (anche copiare) mezza pagina
di lodi sperticate sulle testate locali web – che leggeranno in pochi. (Va anche
a mendicare il classico tozzo di pane a qualche sindaco di sua conoscenza, alla
propria banca o anche a un parroco tanto per togliersi una tela dalla cantina. Un
tempo, si frequentavano anche le associazioni degli emigrati. C’era anche l’usanza
di spedire un pezzo – non richiesto, ovviamente – a un museo per poi poter
scrivere pomposamente sui dépliant: «le
opere di XY si trovavano nei migliori
musei e gallerie» – senza specificare se erano esposte o se invece rimaste imballate
negli scantinati). Tutto ciò – ripetuto nel tempo – dimostra sia una scarsa
conoscenza del settore in cui si vuol operare sia il rinunciare a vivere con la
propria (seconda, terza) presunta competenza acquisita. Non si ambisce né a fare
quattrini né a collocare un proprio quadro alla Biennale (Venezia) o almeno
alla Quadriennale (Roma): si ripiega nel migliorare la propria immagine presso
i compaesani e pochi altri. (La Marsica fa parte del Sud-Italia per ciò che
concerne le coordinate culturali e perciò, l’onore ha grande importanza). 2/8
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