lunedì 14 settembre 2015

Mancò il senso del ridicolo non il valore


Stavo discutendo con un conoscente circa le intenzioni bellicose di alcuni commercianti sull’istituzione di un’isola pedonale, apparse all’inizio del mese in una pagina del loro estemporaneo house organ. «‘sti bottegai, stanno più dietro delle palle del cane…», «Quantifica…» ho ribattuto, nel senso: quanti anni, quanti decenni?
Osservi una città com’è fatta e non ti chiedi chi ha costruito la stazione ferroviaria o Palazzo XY, perché manca un auditorio, mentre vi sono tre palazzetti dello sport e un campo di calcio, perché il verde pubblico è trascurato. Secoli fa un tema collettivo era un vanto per la corporazione che l’aveva favorito mentre oggi, no. Notando una città brutta e che funziona male, non ti chiedi il colore delle amministrazioni che l’hanno resa così o immagini i perfidi desideri della borghesia grossolana e delle lobby che l’hanno indirizzata in tal senso. (I commercianti perciò c’entrano, ma fino a un certo punto). Ne parli male e la eviti, se proprio non ti piace.
(Le deformazioni acquisite in gioventù mi portano a cominciare dalla scala maggiore). L’Italia si è riempita di bretelle, raccordi, passanti e circonvallazioni tra gli anni Sessanta e Settanta. (Il Grande raccordo anulare è stato progettato negli uffici romani alla fine degli anni Quaranta). Si sono continuati a costruire fino ai nostri simili marchingegni d’asfalto per evitare il centro delle città soprattutto al traffico pesante; incontri in giro paesi di 4-5mila abitanti che si sono dotati di una strada di circonvallazione. Alla fine degli anni Ottanta si è pensato a una sorta di bretella tra Antrosano e San Pelino (e viceversa) – utilizzando qualche strada nella periferia nord –, per far «saltare» Avezzano agli automobilisti interessati. Non se ne fece nulla; l’idea non fu purtroppo ripresa dalle cinque amministrazioni seguenti e nonostante qualche «dritta» apparsa sul Pgtu (2003). Non solo, sta per essere addirittura ristabilito il doppio senso di circolazione lungo via Roma. (Provocherà rallentamenti e ingorghi; giova ricordare che i commercianti si erano opposti all’anello a senso unico).
Gli urbanisti sconsigliano dagli anni Trenta del secolo scorso dal far passare strade di scorrimento in mezzo ad aree residenziali. L’ente locale fa costruire una serie di condomini da 20-30 inquilini intorno a un parco giochi, il complesso è circondato da strade; il piano-terra contiene come minimo servizi annessi alla residenza. (Noi avezzanesi abbiamo assistito a esempi di quel genere dagli anni Ottanta – con i quartieri-dormitorio al posto delle neighborood unit). Ciò vale per le zone d’espansione; nei centri storici invece? Si pensa di svuotarli dal traffico motorizzato dagli anni Sessanta, in Europa. È successo l’esatto contrario ad Avezzano, considerando le politiche del traffico nel periodo 1996-2009. (È da ricordare l’idea – nella seconda metà degli anni Sessanta – di accorpare gli isolati interni al Quadrilatero di quattro in quattro: i tronchi interni erano Ztl ante litteram). Sono ricavate migliaia di posti-macchina, che a loro volta hanno richiamato nel centro un volume ingestibile di automobili: gli ingorghi degli anni seguenti derivano da tali decisioni. (Tali sciagurate pensate sul traffico derivano anche questa volta dai commercianti. Nel frattempo il Quadrilatero è stato pomposamente ribattezzato: «centro storico»).
(Il tema del giorno o dell’estate, sotto l’ombrellone). Le prime isole pedonali sono state istituite più di quarant’anni fa fuori della Penisola e oltre trenta da noi.

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