venerdì 12 febbraio 2016

Avezzano (ri)dà spettacolo, 2

Non ho capito il senso dell’imminente consultazione sul centro: sarò l’unico? Si vuol conoscere da una cittadinanza di 42mila persone l’idea più diffusa di un possibile utilizzo di un pezzo di città che contiene nemmeno un decimo della popolazione. (Qualcuno ha già consigliato di rifarsi al programma elettorale dell’alleanza che ha vinto le ultime Amministrative).
Volendo la larga maggioranza degli avezzanesi, la scomparsa dei residenti nel Quadrilatero – è un’idea legittima come un’altra –, devo traslocare altrove, fuori città? (Altrimenti che democrazia è?) Che si fa, se l’idea più interessante e rivoluzionaria costa più del budget a nostra disposizione? (C’è da considerare anche il tempo abbastanza risicato dell’attuale Amministrazione per spingere avanti un qualsiasi progetto. La prossima invece?) Si tratta di una manovra diversiva, a lume di naso.

Sto seguendo la campagna per le prossime Amministrative a Milano e Roma. I maggiori partiti hanno cominciato a battere la periferia, i quartieri dal novembre scorso. Tutto ciò significa semplicemente che i quartieri di due importanti città italiane funzionano, seppur con tutti i limiti immaginabili a differenza della nostra informe e triste periferia. Un partito va a tenere un comizio o un’assemblea fuori mano e trova almeno una piazza per montare un palchetto con l’amplificazione o una struttura pubblica coperta per far discutere i cittadini. (Il tono e i contenuti del dibattito si trovano più in alto di quelli che si registrano da noi).

Nessun commento:

Posta un commento