lunedì 29 febbraio 2016

Per precisare

«È in corso anche un sondaggio – commissionato da chi? – sul gradimento del nostro sindaco e non è necessario essere degli indovini per immaginare che il primo cittadino ne uscirà con le ossa rotte» – 27 febbraio. A che cosa alludevo?
Una telefonata mentre preparavo la cena, due giorni prima. Un tipo mi chiede un’intervista telefonica sul gradimento dell’attuale amministrazione comunale. (Non ricordo il nome dell’agenzia incaricata di tale sondaggio). Erano abbastanza generiche le prime domande e si poteva rispondere di tutto senza pensarci due volte. Si voleva invece conoscere un giudizio su questioni specifiche, nel secondo gruppo: il sindaco si è comportato bene, così-così, male nella vicenda X? Nella vicenda Y? Dopo cinque-sei domande del genere cui potevano seguire delle risposte in ogni modo negative, giungeva la domanda clou: fa bene il sindaco a presentarsi per un secondo mandato? (Avevo da ridire qualcosa sull’ultima incompiuta perché Di Pangrazio, non voleva occuparsene per niente inizialmente. Ne aveva in realtà accennato negli ultimi mesi senza dare però seguito alle sue parole: il nuovo comune è ancora fermo – da cui la mia insufficienza). L’unica risposta possibile a quel punto era: «No». I più cattivi potevano anche aggiungere il carico da undici, dichiarando alla fine dell’intervista la propria appartenenza nel campo politico «centro-sinistra». Nel senso: io di «centro-sinistra» che l’ho votato, continuerò a votare la stessa alleanza elettorale ma non quella persona. (Capisco un sondaggio simile a metà mandato o a dodici-tredici settimane prima delle elezioni, ma quattrodici mesi prima…).

Due giorni dopo la maggioranza confermava Di Pangrazio come candidato sindaco alle prossime Amministrative. (Domanda: non è un po’ presto?). Contraddice tutto ciò con quanto ho appena raccontato? (Widerspruch? Perdoni il termine chi mi segue dall’Oriente). No e mi riservo di spiegarlo nei prossimi giorni.

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