La cosa più simpatica nella
precedente vicenda è che una testata aquilana ne ha scritto circa il triplo di
quanto invece ne è stato pubblicato, da una sola testata, nella zona maggiormente
interessata all’impianto (Avezzano chiama
le imprese: 3.500 euro di sgravi all’anno; “tentato” anche Toto, in
«AbruzzoWeb» 26 settembre 2017).
Mi ha fatto molto piacere
che un partito si sia schierato chiaramente
e prontamente contro (M5s). (Sante
parole quelle di Francesco Eligi: «I cementifici vengono a essere utilizzati o
trasformati in veri e [propri] inceneritori. Ce ne sono […] che bruciano
tonnellate di Css [combustibile solido secondario]
in tutta Italia», da MarsicaLive).
Tocca adesso alle associazioni ambientaliste dire la loro – ci si aspettava solo
quelle, immagino.
Ogni quattro, cinque anni,
si parla di nuova rivoluzione industriale e noi invece ci convertiamo al
cemento. Roba da chiodi: sulla costa si costruisce da matti e vogliono far
impiantare un cementificio in una zona interna che ha ormai imboccato la via
del declino, mah. (È la stessa storia degli inceneritori: li impianti sulla
costa perché è zeppa di persone e non all’interno, dove noi siamo quattro gatti
e per di più sparpagliati. Ripeto: secondo me è solo una prova per saggiare il
terreno.)
A proposito di M5s, dovrei
scrivere qualcosa di lungo sulla questione degli ipermercati tirata fuori ieri dal
consigliere di cui sopra di cui circola una magra cronaca e mi ci vorrà un po’
di tempo.
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