domenica 3 settembre 2017

Frames #4

Mi sono messo alla finestra a osservare due contendenti nei post precedenti (Frames #2, Frames #3). Questa volta si tratta invece di una sola posizione; userò nuove lenti colorate e vedrò dell’altro come nei casi precedenti – il rischio di lasciar qualcosa fuori è però sempre in agguato.
La vicenda, come annunciato, è quella del famoso barbecue in piazza G. Matteotti; essa sembra scoppiata con clamore su Facebook per poi rimbalzare con altrettanto vigore e in brevissimo tempo su un paio di siti locali. Per intendersi: «Immigrati cucinano cibo sulla brace nei pressi di piazza Matteotti a Avezzano non curanti di qualsiasi norma igienico-sanitaria e di degrado pubblico e urbano», in Immigrati cucinano all’aperto sotto la casa d’accoglienza, residenti e commercianti infuriati, in «MarsicaLive 1 settembre 2017; il pezzo era introdotto da una foto di giovani neri come il carbone intorno a una fornacella. (Le immagini migliori sono quelle pubblicate da IlFaro24 perché non sono state ritagliate e perciò si nota che erano state scattate a una certa distanza dall’interno di un’automobile – il «fotografo» non era certo un cuor di leone).
Se n’è parlato in giro con gli amici in questi giorni, io ho sbottato con il solito: «La strada come prolungamento dell’abitazione…», che in realtà è la didascalia di una fotografia in un vecchio libro d’architettura; ho anche preso a citare un paio di esempi simili più gravi, ricorrenti ad Avezzano ma di cui nessuno si scandalizza e soprattutto, in quel modo. Trovandomi nel mio blog provo a elencare anche gli altri casi.
L’esempio classico di prolungamento della residenza nello spazio pubblico è dato dalle vecchie comari che nella bella stagione, trasferiscono le sedie della cucina sulla carreggiata o sul marciapiede e passano le ore a chiacchierare. Uscendo dal Quadrilatero, si notano di quando in quando delle auto parcheggiate interamente sul marciapiede in corrispondenza dell’ingresso di un’abitazione – ci restano almeno nelle ore serali e quelle notturne per tutto l’anno. Negli ultimi due, tre anni è scoppiata dalle nostre parti la moda degli arrosticini; capita che uno o più locali, tiri fuori sul marciapiede per le serate estive un barbecue identico a quello incriminato – rimasto però in funzione solo per «mezz’ora» –, anche loro «non curanti di qualsiasi norma igienico-sanitaria» anzi peggio, arrostendo per il pubblico. Alcuni locali non rispettano il contratto con il Comune per quanto concerne le sedie e i tavoli o il proprio dehors, infischiandosene degli spazi da lasciare per la circolazione di chi va a piedi; la novità dell’estate è lasciar fuori sugli spazi collettivi nei mesi più caldi, oggetti che dovrebbero restare invece dentro il locale. C’è bisogno di ricordare a qualcuno dove sono depositate durante la giornata molte cassette dei negozi di frutta e verdura? (Che cosa resta fuori invece di notte e nei giorni festivi?). Tengono fuori per tutto l’anno e compreso il periodo delle ferie, gli stalli della raccolta differenziata molti bar e locali. (Come la mettiamo in tutte queste circostanze con il «degrado pubblico e urbano»?).
Ho lasciato qualcosa fuori con il mio modo d’interpretare, con le mie deformazioni da tale vicenda? Quei giovani ospiti, come si è detto, si trovavano fuori del loro uscio, sul marciapiede: «per cuocere un po’ di carne per […] festeggiare la loro Pasqua», Il comandante Montanari su cottura carne non lontano dalla stazione di Avezzano, in «TerreMarsicane» 1 settembre 2017. (È ripetuto due volte il termine «Pasqua», nel trafiletto del Centro – cartaceo –, la mattina del 2 settembre 2017, mentre nei giorni precedenti diverse testate nazionali avevano informato abbastanza riguardo a tale ricorrenza – Festa del Sacrificio – ritenuta importante da un sesto dell’umanità). Le foto pubblicate su Facebook e sulle testate giornalistiche rappresentavano perciò una parte – per quanto secondaria – di un rito religioso. Nonostante tutta questa mole d’informazione, una testata on-line, ha nuovamente proposto il giorno seguente il frame della «festa», della festicciola tra amici: «diffida della polizia a ripetere la grigliata» – sono miei, i grassetti. (La richiesta d’intervento alla Polizia locale era legittima, come intuibile nella prima parte del post). Qualcuno che nel frattempo si sia reso conto di aver preso una grossa cantonata? (Giusto per non passare da razzisti).

Nessuna novità perciò il pomeriggio del 1° settembre 2017 e anche il 2; si tratta di storie miserabili che si ripetono ma condite in salsa mediterranea: ‘Oxford Town around the bend | Come to the door, he couldn’t get in | All because of the color of his skin’, come nell’America di Bob Dylan, ma di mezzo secolo fa…

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