Mi sono messo alla finestra
a osservare due contendenti nei post precedenti (Frames #2, Frames #3). Questa
volta si tratta invece di una sola posizione; userò nuove lenti colorate e
vedrò dell’altro come nei casi precedenti – il rischio di lasciar qualcosa
fuori è però sempre in agguato.
La vicenda, come
annunciato, è quella del famoso barbecue
in piazza G. Matteotti; essa sembra scoppiata con clamore su Facebook per poi
rimbalzare con altrettanto vigore e in brevissimo tempo su un paio di siti
locali. Per intendersi: «Immigrati cucinano cibo sulla brace nei pressi di
piazza Matteotti a Avezzano non curanti di qualsiasi norma igienico-sanitaria e
di degrado pubblico e urbano», in Immigrati
cucinano all’aperto sotto la casa d’accoglienza, residenti e commercianti
infuriati, in «MarsicaLive 1 settembre 2017; il pezzo era introdotto da una
foto di giovani neri come il carbone intorno a una fornacella. (Le immagini
migliori sono quelle pubblicate da IlFaro24
perché non sono state ritagliate e perciò si nota che erano state scattate a
una certa distanza dall’interno di un’automobile – il «fotografo» non era certo
un cuor di leone).
Se n’è parlato in giro con
gli amici in questi giorni, io ho sbottato con il solito: «La strada come
prolungamento dell’abitazione…», che in realtà è la didascalia di una
fotografia in un vecchio libro d’architettura; ho anche preso a citare un paio
di esempi simili più gravi, ricorrenti ad Avezzano ma di cui nessuno si scandalizza e soprattutto, in quel modo. Trovandomi nel mio blog
provo a elencare anche gli altri casi.
L’esempio classico di
prolungamento della residenza nello spazio pubblico è dato dalle vecchie comari
che nella bella stagione, trasferiscono le sedie della cucina sulla carreggiata
o sul marciapiede e passano le ore a chiacchierare. Uscendo dal Quadrilatero,
si notano di quando in quando delle auto parcheggiate interamente sul
marciapiede in corrispondenza dell’ingresso di un’abitazione – ci restano
almeno nelle ore serali e quelle notturne per tutto l’anno. Negli ultimi due,
tre anni è scoppiata dalle nostre parti la moda degli arrosticini; capita che
uno o più locali, tiri fuori sul marciapiede per le serate estive un barbecue identico a quello incriminato – rimasto però in funzione solo per «mezz’ora»
–, anche loro «non curanti di qualsiasi norma igienico-sanitaria» anzi peggio, arrostendo
per il pubblico. Alcuni locali non rispettano il contratto con il Comune per
quanto concerne le sedie e i tavoli o il proprio dehors, infischiandosene degli spazi da lasciare per la
circolazione di chi va a piedi; la novità dell’estate è lasciar fuori sugli
spazi collettivi nei mesi più caldi, oggetti che dovrebbero restare invece dentro
il locale. C’è bisogno di ricordare a qualcuno dove sono depositate durante la
giornata molte cassette dei negozi di frutta e verdura? (Che cosa resta fuori
invece di notte e nei giorni festivi?). Tengono fuori per tutto l’anno e compreso
il periodo delle ferie, gli stalli della raccolta differenziata molti bar e
locali. (Come la mettiamo in tutte queste circostanze con il «degrado pubblico
e urbano»?).
Ho lasciato qualcosa fuori con
il mio modo d’interpretare, con le mie deformazioni da tale vicenda? Quei
giovani ospiti, come si è detto, si trovavano fuori del loro uscio, sul
marciapiede: «per cuocere un po’ di carne per […] festeggiare la loro Pasqua», Il comandante Montanari su cottura carne non lontano dalla stazione di
Avezzano,
in «TerreMarsicane» 1 settembre 2017. (È
ripetuto due volte il termine «Pasqua», nel trafiletto del Centro – cartaceo –, la mattina del 2 settembre 2017, mentre nei
giorni precedenti diverse testate nazionali avevano informato abbastanza riguardo
a tale ricorrenza – Festa del Sacrificio – ritenuta importante da un sesto
dell’umanità). Le foto pubblicate su Facebook e sulle testate giornalistiche rappresentavano
perciò una parte – per quanto secondaria – di un rito religioso. Nonostante tutta questa mole d’informazione, una
testata on-line, ha nuovamente
proposto il giorno seguente il frame della
«festa», della festicciola tra
amici: «diffida della polizia a ripetere la grigliata» – sono miei, i grassetti. (La richiesta d’intervento
alla Polizia locale era legittima, come intuibile nella prima parte del post).
Qualcuno che nel frattempo si sia reso conto di aver preso una grossa cantonata?
(Giusto per non passare da razzisti).
Nessuna novità perciò il pomeriggio del
1° settembre 2017 e anche il 2; si
tratta di storie miserabili che si ripetono ma condite in salsa mediterranea: ‘Oxford Town around the
bend | Come to the door, he couldn’t get in | All because of the color of his skin’,
come nell’America di Bob Dylan, ma di mezzo secolo fa…
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