Mi è stato richiesto un
consiglio per una manifestazione. Ribatto invariabilmente in simili casi: «Quante
persone?».
Vi sono diversi spazi in
città (pubblici, privati) e alla fine si è parlato anche dell’ex-scuola M. Montessori
da poco ristrutturata. L’ho sconsigliata perché è un luogo che gli avezzanesi ignorano
e difficilmente entrerà nelle loro preferenze. (In fondo è un’altra
sala-conferenze nonostante la denominazione vintage
«Centro culturale polifunzionale). Durante i vari interventi che l’hanno
rinnovata, era stata fatta passare come un futuro centro per la socializzazione
dei giovani e in campagna elettorale era stata presentata addirittura come il «Salotto
della città».
È inutilizzata dalla sua (ovviamente pomposa) inaugurazione avvenuta
il 12 aprile 2017; si sarà tenuto sì e no un paio di presentazioni – posso
sbagliarmi ovviamente. In sintesi: né manifestazioni culturali né tanto meno
uno spazio aperto a stormi di compaesani che cominciano a conoscere e frequentare
la città attraverso i suoi spazi pubblici. È un edificio come tanti, che sembra
disabitato; la sua nuova destinazione non ha spostato di una virgola la vita, il
«funzionamento» del centro. Il contributo della Fondazione Carispaq è servito
semplicemente a evitare che andasse in rovina uno dei più vecchi edifici
d’Avezzano. È un altro spazio pubblico inutilizzato nel Quadrilatero, a ridosso
della piazza principale e di fronte alla biblioteca comunale – chiusa da
decenni.
(Il tutto era largamente
prevedibile)
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