Più di qualcuno ha capito
che è entrato l’autunno vedendomi con i capelli tagliati.
Quest’anno si è potuto
apprezzare meglio che in passato la potatura degli alberi; ci si è accaniti
soprattutto dalla parte delle abitazioni, lasciando intatto il lato della
chioma verso la carreggiata – in maniera sistematica, nelle vie centrali. In
caso di pioggia improvvisa ti ritrovi in una strana situazione, tu cammini
sotto gli alberi ma ti bagni ugualmente perché manca un pezzo del fogliame che ti aspetti sopra la tua testa.
Quattro gocce d’acqua
scivolano a terra, che cosa resta invece? Mi manca l’alberatura sagomata
intorno a piazza Risorgimento fino a una ventina d’anni fa, una C verde a
sezione rettangolare; c’era un pensiero
dietro a tale potatura, una maniera d’intendere la città e il verde pubblico mentre
i mezzi-alberi di oggi raccontano il panico di chi amministra che qualche ramo possa
arrecare un briciolo di fastidio a qualche imprecisata finestra.
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