mercoledì 13 settembre 2017

Credenze popolari

Dopo aver sentito la botta, ho acceso come ormai d’abitudine il computer – domenica sera alle ventidue. Ho atteso una decina di minuti per veder apparire qualcosa sul maggiore e più vicino a noi, in senso geografico, sito d’informazione (Repubblica) ma niente – l’hanno sistemato in seguito ma sotto la cronaca su Livorno; sono poi passato a quello dell’Ingv e anche lì, mancavano indicazioni a me utili. Infastidito, ho spento tutto.
Ho trovato qualcosa lunedì mattina: non era successo niente di grave e ho cercato maggiori informazioni sul bollettino Ingv. Vi era stato un terremoto dalle parti di Scurcola Marsicana, cui era stata assegnata una magnitudo 3,7; il tutto si era prodotto a otto chilometri di profondità.
Ho poi dato una scorsa ai siti locali, uno che non nomino esordiva così: «Prima il forte vento e poi la scossa»; mi ha ricordato un racconto sul terremoto del 1915.
Si registravano ventate da almeno un paio di giorni nella zona e chi si sposta a piedi come il sottoscritto lo sa bene; si avvicina l’autunno d’altra parte. (Tutto il vento che prendevo in montagna nel giro di un anno da giovane, sarebbe stato sufficiente a devastare molte volte la Marsica, l’Alto Sangro e l’Aquilano. La mia «aria da terremoto» per come l’ho appresa da ragazzo in queste parti, è legata invece a una condizione di luce strana per un determinato momento della giornata e per… l’aria immota – anche per il silenzio in giro, ma quello dipende dal numero dei mezzi e delle persone in circolazione. È inutile aggiungere che in quelle circostanze non si registravano mai scosse sismiche di sorta) Ho pensato immediatamente a tutti quei santi geologi che si sgolano da anni a spiegare nella nostra zona com’è fatta e come funziona la Terra – inascoltati, incompresi.

(Qualcun altro invece – senza fare nomi, anche in questo caso – ha esordito con: «Sono le 21.58 quando il boato che in tanti conoscono precede la scossa»; per dirla con il menestrello di Duluth: ‘I heard  the sound of a thunder | That roared out a warning’).

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