sabato 27 gennaio 2018

Ideologie di paese

(Riprendo dopo la diramazione del 25 gennaio). Gli amministratori locali – quelli dei comuni minori in particolare –, danno l’idea di vivere nella disperazione a chi li osserva, più che essere a corto d’idee e di prospettive. Si premurano, infatti, di rispondere a tutti i bandi pubblicati in giro. Non mi meraviglierei più di tanto sapendo che qualcuno vuol sistemare impianti di risalita a Pantelleria, portare i Mondiali di surf a Bormio o il Salone del mare ad Assisi. Si fa di tutto pur di racimolare finanziamenti e mostrare all’elettorato che ci si muove in tal senso.
Non solo. In genere si prova a far passare una pensata (strada, edificio, impianto) nella testa dei compaesani utilizzando la categoria della possibilità. Uno stadio per l’atletica in un piccolo paese assicura che qualcuno si possa allenare decentemente per competere in una disciplina a livello nazionale. (È un altro paio di maniche la competizione internazionale, l’Olimpiade). Tra l’allenamento quotidiano di un pesista, un centometrista o un saltatore e una manifestazione – che richiama atleti e tifosi dal resto della Penisola –, ce ne corre: sono due cose diverse. Una grande città, per la quantità di denaro privato circolante e la facilità di scucire quattrini alla Regione e allo Stato centrale, avrà maggiori chance di vedere nello stesso complesso sia gli allenamenti sia dei meeting di una certa importanza con cadenza annuale rispetto a un paese. La categoria della possibilità perciò non garantisce che una qualche struttura, dopo costruita, debba poi essere utilizzata al 100% e in continuazione.

Per organizzare una manifestazione sportiva c’è bisogno di altri quattrini: è il caso d’Avezzano. (Ci si risente tra poco, con qualcuno di voi; vi racconto com’è andata in caso avessi poco da scrivere).

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