martedì 23 gennaio 2018

Un albergo

Tempo addietro, si parlava di un mio coetaneo con un giovane conoscente; ricordai d’averlo incrociato all’inizio degli anni Settanta, quando ci si allenava tutti nello stesso stadio. Aggiunsi – non ricordo perché – che quelli dell’atletica (nel senso: i maschi), abbandonavano talvolta la pista di rubkor per correre una decina di minuti nella pineta. Lui subito: «Lo sapevi che vogliono costruirci un albergo lì in mezzo?». Io ribattei (al solito) che per quella zona immaginavo il napalm sganciato da una squadriglia di Tornado e una settimana dopo, decine d’avezzanesi chini a piantar faggi, lecci e castagni: alberi come si deve.
Alcune settimane più tardi spuntò l’annuncio del restyling di quello stadio ma io e anche altri, non ci si fece caso. Dopotutto: «A nord di Avezzano è già stata creata negli anni ed è costantemente e intensamente funzionante la Cittadella dello Sport, ritenuta la più importante d’Abruzzo se non del Centro-Sud Italia – ha dichiarato il sindaco Giovanni Di Pangrazio», MarsicaLive 31 dicembre 2016. Maurizio Bianchini aveva invece commentato a caldo, che l’operazione era: «Un po’ come andare dall’architetto o al mobilificio a scegliere i mobili quando ancora la banca non ha accettato la richiesta di mutuo per la casa», AvezzanoInforma 7 dicembre 2016. Si è parlato in modo molto marginale dello Stadio dei Pini nella scorsa campagna elettorale.
La lampadina si è accesa al sottoscritto nei giorni passati scorrendo un comunicato: «Nel progetto, le basi per la costituzione di un Villaggio olimpico attrezzato per la preparazione in ben sette discipline sportive, la foresteria e tutto lo sviluppo del settore legato agli sport di montagna, e non solo trail» (21 gennaio 2018). Già, «la foresteria». L’intervento sarebbe stato: «“Un input formidabile all’economia e allo sviluppo della città e della Marsica intera”, sottolineano Fabrizio Amatilli e Gianfranco Gallese» ma appunto, si è sciupata l’occasione migliore per trattarne – la campagna elettorale per le Amministrative –, come ho già raccontato. (Eppure quell’idea un mese prima che cominciasse la nostra lunga campagna elettorale, era un «momento importante per la città» secondo il sindaco d’allora – Rete8 7 dicembre 2016).
Chiedo: è possibile, lecito quantificare tale «input»? Tanto per avere un’idea di quanto ci siamo persi.
Vi rammento com’è finita, anche se è poco appassionante. Il vice-sindaco Emilio Cipollone: «siamo stati costretti a rinunciare al mutuo di 1.250.000 (questa la cifra esatta) perché, a causa dell’inerzia della precedente amministrazione, tale mutuo non sarebbe stato più a tasso zero ma sarebbe diventato molto oneroso» – stesso giorno e testate giornalistiche locali.

(Dovrei raccontare dell’altro circa la mentalità dei nostri amministratori pubblici).

Nessun commento:

Posta un commento