(Com’è finita). Renato Simone uno dei
due relatori – l’altra era Emanuela Ceccaroni –, si è chiesto: «Che fare per
cambiare Avezzano?». Nel senso: noi lì dentro. Non se n’è discusso perché si
era fatto tardi, ma avrei risposto nel solito modo.
I
cambiamenti sociali sono sempre collettivi, non dipendono certo da uno
o più personaggi che trascinano le folle, come pensiamo noi europei da almeno un
paio di secoli.
Non si è istituita un’isola pedonale
non solo perché è stata inserita dalle varie Amministrazioni comunali in un frame sbagliato anziché essere
considerata come un tema collettivo, ma anche perché gli avezzanesi non
sopportano impedimenti di sorta. (Bisogna intervenire perciò su questa
mentalità ed è un’operazione faraonica come minimo).
È scoppiata di recente una polemica
legata all’espressione «razza bianca». Non trovo la locuzione particolarmente
grave se proviene dalla bocca di un politico. (Simili coglionerie certo non
circolano nei corsi di Scienze biologiche; a Lettere e Filosofia avvertirebbero
ben presto puzza d’imbroglio). Nel mio breve intervento ho anche accennato a
strade che hanno perso la loro funzione e perciò l’importanza nel corso dei
secoli e questa sorta di declassamento ha investito anche alcune città che esse
collegavano, favorendo lo spopolamento. Muta il paesaggio che noi modelliamo e
che ci circonda, ma esso non segue un verso né punta un obiettivo. (Non va da nessuna parte Homo sapiens anche se è sempre in
movimento, da qualche milione di anni). Ci si trova sovente davanti alla
ripresa di vecchie vicende, a capitoli non ancora chiusi della storia. (Qualcuno
aveva lamentato in precedenza l’assenza di una «stampa» all’altezza della
situazione oggi invece, la situazione è di poco peggiore nonostante internet). È
opportuno perciò che ciascuno prosegua nel suo percorso, com’è avvenuto finora;
«continuate in ciò che era giusto» come raccomandava la buonanima. (Tanto
meglio se si procede in gruppo, ci si diverte di più). È una fatica di Sisifo
d’accordo ma in tal modo ci si fanno i muscoli... Shantih, shantih…
A tempo perso, se non lo conoscete già:
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