(Ancora sulla presentazione del 21 settembre).
Ho preferito glissare su un argomento, importante, per questioni di tempo. Eccolo.
Negli ultimi due corsi di Composizione architettonica (IV, V), c’insegnavano a
rammendare la città: erano proposti dei brandelli di Roma e noi dovevamo
ricomporli in qualche maniera; succedeva lo stesso alla tesi di laurea dello
stesso insegnamento. (Legarli all’agglomerato storico, quello consolidato). Si
trattava di utilizzare i servizi che scarseggiavano o mancavano del tutto per
attaccare detti brandelli tra loro e nello stesso tempo, al tessuto della
città. Si visitava perciò l’area interessata e si lavorava su foto aeree o
planimetrie. Durante le mie passeggiate attraverso l’informe periferia
d’Avezzano, mi sono chiesto più volte come intervenire – progettando s’intende
– nelle situazioni che incrociavo, di volta in volta. Sono tuttora scettico,
perché ritengo che sia difficilissimo se non impossibile mettere le mani dentro
un simile vasto ginepraio salvo che non si prenda a demolire quasi tutto e poi
ricostruire in modo più razionale.
Alla fine di settembre, è spuntato (on-line) un litigio tra comitati di
quartiere e di «frazione» – tra nove mesi avremo la nuova Amministrazione
comunale. (Ignoro le nostre frazioni ma conosco decentemente, da poco, l’estesa
periferia del capoluogo). La questione era chi rappresentava chi; oppure, si era
che cosa. (Questioni d’identità). Ho notato un frammento riguardante il gruppo
che: «non ha nessun cappello politico, nessuna protezione di alti personaggi» –
Excusatio non petita, accusatio manifesta. Si è trattato in parte dell’usato adagio: «Basta
spendere soldi al centro!» ma senza elencare ciò che manca in periferia – soprattutto dove impiantare secondo un qualche straccio di progetto, dei servizi,
una fognatura, un praticello o qualche negozietto. Era puro benaltrismo. (Gli va bene lo spostamento
del mercato settimanale da Borgo
Pineta al centro? Tanto per dirne
una).
(Nuovi ossimori). Sono nel frattempo spuntati
anche dei «gruppi civici che
guardano a destra» – mio il grassetto. L’esperienza recente in queste parti
m’insegna che certi fossili ignorano tradizionalmente proprio la città in cui
si muovono.
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