giovedì 31 ottobre 2019

de la méthode 2

È uscito nei giorni passati un comunicato in cui Roberto Verdecchia (Pd) – a ragione – la prende con i tempi lunghi del cantiere per il restyling in piazza del Mercato: è molto improbabile che i lavori saranno ultimati entro la fine del prossimo mese.
È riferito ai platani – un paio di volte, non è perciò un lapsus – l’espressione: «presunto cancro colorato», in Lavori in Piazza del Mercato in ritardo, richieste di chiarimenti e appello al commissario prefettizio, in «MarsicaLive» 26 ottobre 2019.
Il giorno precedente, Elena Sico (dirigente del dipartimento Agricoltura della Regione Abruzzo) aveva dichiarato: «Le piante con sintomi di Ceratocystis fimbriata […] vanno abbattute», in m.s., Piazza del Mercato, tornano le motoseghe, in «IlCentro» 25 ottobre 2019. Nel pezzo, si parla anche di: «bonifica del sito contaminato dal cancro colorato del platano seguendo le procedure ministeriali», prima di recidere le piante rimaste. Avevo letto questo, in precedenza: «Scatta il conto alla rovescia per la sorte degli ultimi due platani […]: il verdetto del centro specializzato della regione sulle analisi in corso per verificare se quelle gigantesche piante sono state attaccate dal cancro colorato del platano [arriverà] nel giro di una decina di giorni», in m.s., Analisi sulle piante abbattute. Rischiano gli altri due platani, in «IlCentro» 25 agosto 2019. Il pezzo è corredato da una foto raffigurante la sezione di un tronco risalente al 19 agosto: non si trattava di un’immagine del solito albero malato, a giudicare dalla colorazione.
Era facile dimostrare, in gioventù, l’inquinamento di un corso d’acqua attraverso una semplice fotografia che mostrava delle schiume galleggiare: s’inviava a un quotidiano e buonanotte. In caso di una contaminazione di poco più seria? Era la fine, perché il prezzo delle analisi private da far pervenire a una testata o alle istituzioni era variabile: costavano un occhio della testa quelle per rilevare i metalli pesanti. Indicatori biologici? Bisognava averne la competenza e possedere dei dati storici. Richiedere delle analisi? Sì ma non era semplice farsi ascoltare dalle istituzioni preposte e i tempi erano lunghi. (Si trattava in ogni modo di documenti, di analisi o perizie timbrate e firmate da chi poteva farlo).

Sono le istituzioni, ieri come oggi, a stabilire in maniera definitiva se un corso d’acqua è inquinato o no; se un albero è malato o no.

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