domenica 27 ottobre 2019

Southern Jukebox Music

Da quando sono partito con questo blog, ho costantemente mostrato di apprezzare lo spessore, la capacità e l’acume della classe politica aquilana rispetto a quella avezzanese: un altro pianeta. Le cose sono un po’ cambiate negli ultimi anni e la cronaca recente mostra – almeno a me – che i miei conterranei hanno almeno recuperato il loro gap.
Un paio di testate giornalistiche ha pubblicato un documento che proverebbe il coinvolgimento degli «aquilani» nella caduta della passata Amministrazione. (È una vicenda che vede come protagonista il partito Fratelli d’Italia).
Mi soffermo giusto sulla parte che più m’interessa. Tra le «richieste» a Gabriele De Angelis spunta: «3. eliminazione pista ciclabile in centro, mediante dichiarazione del consiglio comunale dell’8.6.19», in Le mani di Biondi su Avezzano: un ricatto non accettato alla base del crollo dell’amministrazione. Ecco il documento, in «MarsicaLive» 22 ottobre 2019. La lettera è firmata da: Pierluigi Biondi, Aurelio Bruni, Iride Cosimati, Maurizio Gentile, Guido Quintino Liris, e Leonardo Rosa.
È stringata come le altre «richieste», trattandosi di un comunicato politico; la cosa più evidente è che si vuol eliminare una delle due piste ciclabili: la più frequentata.
Il personaggio politico spesso coincide con l’amministratore dagli anni Novanta del secolo scorso, tutto questo presenta dei vantaggi e degli svantaggi.
Domanda: che cosa propongono i sei – o i quattro più due – in alternativa a quella pista ciclabile? Niente. Ci troviamo perciò, sicuramente, alla presenza di una mossa tutta politica – giusta, sbagliata, così-così: non m’interessa. (La politica è un vasto territorio, l’ideologia è una prateria sterminata).
È completamente diverso il giudizio dal lato amministrativo: si tratta di una proposta da peracottari. Un pubblico amministratore deve spiegare alla cittadinanza le sue scelte – richieste o no; nel caso avezzanese abbiamo alle spalle l’adozione di un Pgtu (2003) e un progetto (2018) – firmati entrambi da professionisti – dietro alla recente pista ciclabile: ‘Hic Rhodus, hic salta’.
Dei sei richiedenti, il primo (sindaco) e il quinto (assessore regionale) dovrebbero: a) avere un’idea sicuramente più chiara degli avezzanesi circa le questioni della mobilità, trovandosi alle prese – a differenza di Avezzano – con un Pums (Piano urbano di mobilità sostenibile) proprio dalle loro parti. (Dategli uno sguardo in rete); b) proporre – da un agglomerato che è contemporaneamente capoluogo di Provincia e di Regione – una simile misura ad altre città abruzzesi, soprattutto dov’è maggiormente praticabile. (Quasi tutte se si considera il basso numero dei loro abitanti). I due, invece, vogliono eliminarne una in un posto in cui esse sono già realizzate. (Mi chiedo: si può parlare di mobilità sostenibile nel capoluogo di provincia e di regione oppure è bandito, almeno sconveniente?).
Due giorni fa, abbiamo saputo dalle testate (on-line) locali dell’avvio del nostro programma operativo riferito al Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-lavoro e casa-scuola, promosso dal ministero dell’Ambiente (2016). Avezzano era il capofila di una cordata comprendente anche Celano, L’Aquila, Sulmona e Pratola Peligna (2017). (Un malloppo – si fa tanto per dire – di 300mila euro da dividere, in qualche maniera, tra i cinque comuni). Pierluigi Biondi è stato eletto sindaco qualche mese dopo. Mi chiedo: che fine farà adesso quei quattrini, considerando che proprio lui vuole azzerare una pista ciclabile di un altro comune? (Ripeto: la più trafficata d’Avezzano). Rifiuterà quei fondi? Li utilizzerà diversamente, considerando che è il primo cittadino di una città – a suo dire – «nobile, aristocratica»? (Che so: due metri e mezzo, al massimo tre, di metropolitana…).

Ci vuole un notevole sprezzo del ridicolo per sindacare, da una città in ricostruzione dopo un devastante terremoto, una… pista ciclabile. (Che ne pensa Carla Mannetti?)

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