Si sente nell’aria odore di
Amministrative 2020, qualcuno m’invita a qualcosa. Sto immagazzinando materiali
sull’argomento da mesi, anche se penso di elaborare meno della precedente
tornata elettorale: il mio ultimo pezzo pubblicato sul Martello del Fucino è stato frainteso alla grande – l’ho proposto qui
lo scorso 7 luglio. Scrivo qualcosa su un argomento meno… impegnativo: FFF.
Ho assistito all’arrivo del corteo degli
adolescenti in piazza Risorgimento ma non al comizio – era quella roba lì. Ci
sono rimasto male per l’acredine con cui è stata trattata quella giornata
(mondiale) sui mezzi d’informazione. È stato dato uno spazio spropositato nei mass media a chi era contrario a quel
genere di manifestazioni, al motivo che ha mobilitato milioni di adolescenti e
giovanissimi. (Tutto prevedibile). Sono stati interpellati alcuni scienziati di
una certa caratura a esprimere dei giudizi sui recenti mutamenti climatici; gli
esiti sono stati generalmente grotteschi: come interpellare un poeta per
riparare lo sciacquone. La questione era (ancora) quella del clima che sta
cambiando, ma in fretta rispetto al
passato. (Ripeto: in fretta rispetto ai precedenti millenni. Con i coetanei
certi personaggi mostrano una maggiore attenzione nel tirar fuori certe
sciocchezze…).
(Faccio il vecchio trombone anch’io per
pochi righi). Sbaglia chi, in quel vastissimo movimento, la prende con (tutta) la
generazione precedente: è epocalismo di maniera. I responsabili di un tale non
ottimale stato di cose, hanno dei nomi e dei cognomi, diverse età; sono anche molti
milioni, con responsabilità differenti.
The
Guardian ha recentemente
pubblicato uno studio (Climate Accountability Institute, Usa) che ascrive oltre
un terzo delle emissioni di gas
serra – nel periodo 1965-2017 – a compagnie che lavorano nel settore
energetico. Copio le prime sette più inquinatrici da un grafico del citato istituto
rielaborato dalla testata (The Guardian):
Saudi Aramco (Arabia Saudita), Chevron (Stati Uniti), Gazprom (Russia), ExxonMobil (Stati Uniti), National
Iranian Oil Co (Iran), BP (Regno
Unito) e Royal Dutch Shell (Paesi
Bassi).
P.S.: Hanno assegnato il premio Nobel per
la letteratura allo scrittore che cito maggiormente. Ricordo ancora che mentre
la nostra nazionale di calcio si giocava la finale del Mondiale (1982), io ero
al cinema in una Roma deserta a vedere uno dei due film che ha girato.
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