(Tiburtina
Valeria. Ss 5. Sr 5). I miei primi ricordi
di quei due tratti sono legati ai commenti di persone che la frequentavano;
ricorreva in essi sia il termine pericolosità, sia i rimedi proposti, immaginati
– si trattava di gente provvista, al più, della licenza media. È passato
talmente tanto tempo che non ricordo a cosa corrispondesse «bivio della morte» –
per distinguerlo da un altro, poco meno insidioso. Nel tratto ovest, uno zio ci
rimise le penne – ne parlo semplicemente per ricordare che nessun quotidiano
titolò: Marsicano uccide peligno.
Sono passato sulla Sr 5 almeno una trentina di volte l’anno, in estate, finché
ho inforcato la bicicletta; notavo alta velocità e sorpassi azzardati – è
diverso assistere ai secondi stando su due ruote, non protetto da un abitacolo.
Diversi amici e conoscenti hanno
lamentato con me le stesse situazioni, negli ultimi decenni. Per questioni
anagrafiche, ricordo delle numerose curve di strade extra-urbane addolcite –
quelle leggerissime si rettificavano senza problemi; era tangibile la presenza
dell’Anas lungo i percorsi
asfaltati.
Chi mi segue o legge le mie pubblicazioni, sa che in tempi recenti ho scritto
circa la pericolosità di alcune zone periferiche d’Avezzano: un automobilista pensa
di essere uscito dalla città e accelera, mentre è diverso per un ciclista o un
pedone. Ho assistito, ho saputo di diversi incidenti (non gravi) lungo via C.
Corradini, da quando sono tornato in queste parti. (Capitavano nel primissimo
pomeriggio: le uniche due automobili circolanti finivano per scontrarsi tra
l’incrocio di viale G. Mazzini e quello di via G. Garibaldi). Ho proposto – non
ricordo dove – di spezzare quell’arteria in due con i sensi unici: serviva a
non far acquistare troppa velocità ai mezzi motorizzati. Non potevo perciò non
apprezzare il progetto di restyling
di Giancarlo G. Cardone, che ha scomposto quell’arteria interna. Sono scomparsi
gli incidenti nel pomeriggio: ne ha mai parlato qualcuno negli ultimi due anni
e mezzo? (In tema di disattenzione, reticenza). Si ha notizia di qualche
automobilista che abbia investito un ciclista che transitava parallelamente
sulla nuova pista ciclabile? Ho scritto pochissimo o niente sulla vicenda del
T-red, mi chiedo oggi: quanti, nel mondo politico locale, sono
favorevoli alla sua nuova messa in funzione? (È facile la risposta,
considerando lo scarsissimo interesse per gli utenti deboli della strada,
dimostrato negli ultimi decenni).
Agli inizi di novembre 2019, ho riportato una segnalazione (Augusto Di
Bastiano) riguardante eventuali pericoli – ancora per gli utenti deboli della
strada – legata a una crescita del traffico veicolare sulla Tiburtina Valeria per
l’apertura di una tranche di un nuovo
complesso commerciale. (È battuta anche da ciclisti e pedoni che vanno a fare
la spesa nella nostra zona commerciale, quell’arteria – ne ho accennato più di
un anno fa). Per questioni di tipo «geografico» io ho, al solito, glissato
sulla questione Cintarella, a dicembre. È bene però ricordare che negli ultimi anni è migliorata
la sicurezza stradale «dentro» la Piana.
Ho bazzicato
abbastanza via san Francesco per Scantonamenti,
attraversamenti, nella scorsa primavera. È una delle strade cui sono stati
aggiunti – dopo numerose proteste – dei passaggi pedonali rialzati, segnali con
limite di velocità e dissuasori per evitare andature poco controllabili dagli
stessi automobilisti e perciò, incidenti. È cambiato non nel modo sperato rispetto
ad altre situazioni simili – vi è stato un brutto incidente, dopo le mie
passeggiate. Che fare, ancora? Si
può restringere lo spazio destinato alla circolazione delle automobili
(allargamento dei marciapiedi, pista ciclabile): il successo è garantito perché
la velocità si abbassa necessariamente. Si può ipotizzare a questo punto, che
qualcuno o molti, evitino d’imboccare quella strada. Come si comporterebbe un pubblico
amministratore in un caso del genere? È per un sindaco mera amministrazione più che politica, un
alto valore scritto con l’iniziale maiuscola o pubblicità elettorale, la sicurezza stradale. (2/3)
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