Si sono mossi a tenaglia sull’ex
sindaco, da una parte il Pd, dall’altra M5s insieme a un’assortita compagnia.
Inizia il Partito Democratico. Roberto
Verdecchia parla, a proposito del progetto, di «erosione di ben 32-36 posti
auto che consentirebbe soltanto il transito e non la sosta su i due lati», 3
agosto 2019. Gli fa eco la locale sezione. «“Se si devono togliere parcheggi da
una zona”, continua Ceglie, “se ne devono trovare contemporaneamente
altrettanti nelle adiacenze […]», 5 agosto 2019. (Il commissario prefettizio
dichiarerà il 16 dello stesso mese, che la circolazione rimarrà immutata). Aveva
tutt’altra idea quel partito, quando era coinvolto in un’altra amministrazione.
«“A breve incontrerò anche i responsabili di settore”, conclude [Giovanni Di
Pangrazio, ndr], “per discutere della
possibilità di chiudere al traffico il quadrilatero intorno alla piazza
[del Mercato, ndr], in modo da
renderla godibile, fino alle 14, come mercato e poi come punto di ritrovo,
per i giovani e per le famiglie […]”», in Direttore, Avezzano, la nuova piazza
Mercato, in «IlCapoluogo» 19 settembre 2013. Io pubblicai: «Per costruire
il “salotto” di piazza del Mercato, saranno tagliati tre (begli) alberi lungo
via Cesare Battisti e almeno due (altrettanto belli) lungo via del Mercato», 20
settembre 2013. Era necessaria una tale operazione, per ricavare un parcheggio
riducendo la superficie pedonale. (Nessuno protestò o ebbe da ridire). Non si
mosse foglia per un po’, fin quando apparve un comunicato che annunciava nel
municipio «una Conferenza Stampa di presentazione del progetto di
valorizzazione di Piazza del Mercato», 6 giugno 2017. […] Sfrutta quel partito,
anche il cosiddetto effetto Greta. «Se Avezzano vuole combattere il cambiamento
del clima ed essere la città verde nel polmone d’Italia allora deve puntare sul
verde, possibilmente aumentandolo e non tagliando alberi in buona salute”», cit., 5 agosto 2019. Mauro Passerotti
aveva ribattuto a un interrogativo posto dal Pd, riguardante la salute di
quelle piante: «C’è stato il tempo
sufficiente per effettuare le verifiche sullo stato degli alberi, da più parti
richieste. Probabilmente qualcosa si
salverà e qualcosa no. Lo diranno i risultati, che quanto prima avremo la
premura di comunicare», in K. Santucci, Avezzano,
tempi di commissariamento: cosa va avanti e cosa no, in «IlCapoluogo» 25
luglio 2019. Durante la campagna elettorale 2017, l’amministrazione Di
Pangrazio aveva fatto abbattere – senza spiegare
in giro il motivo – il più grosso dei platani, posto all’angolo tra le vie B.
Croce e del Mercato; il rimanente straccetto di terreno fu ricoperto d’asfalto in
fretta e furia per evitare che a qualcuno saltasse in mente di piantarci
qualcosa, in futuro. Era un albero sicuramente malato, con il senno del 25
ottobre 2019. Non si levò allora nessun lamento, né qualcuno raccontò di aver osservato
una strana colorazione nelle sezioni della pianta recisa: fu disattenzione, approvazione,
omertà? […] I campioni di quell’albero andavano inviati a un laboratorio
specializzato, com’è successo mesi fa: la storia degli altri platani avrebbe
avuto un altro corso. Il Centro del
25 ottobre riportava, infatti, una dichiarazione della dirigente del
dipartimento regionale Agricoltura (Elena Sico): quelle piante erano affette da
Ceratocystis fimbriata; il giorno
seguente, Roberto Verdecchia parlava ancora di «presunto cancro colorato». […] Nonostante
l’evocazione di Greta Thunberg – anche di papa Francesco –, è nota la
contrarietà di quel partito alla pista ciclabile nel Quadrilatero – quella che
è stata ricavata lungo un asse principale d’Avezzano, che ha perciò più senso
dell’altra. (È opportuno intervenire alla fonte, per abbassare l’inquinamento
gassoso: conviene, al momento, ridurre le automobili in circolazione, più che
piantare gli alberelli o il prato all’inglese, dopo). Il locale Pd non ha speso
nemmeno mezza parola sulla revoca della Dgc 180 dell’8 giugno 2009, che avrebbe
permesso di riaprire, in qualche modo, la partita dell’isola pedonale. […]
L’altro braccio della tenaglia è
rappresentato dal Movimento 5 Stelle e raccoglie altre
sigle (Auser, CasaPound, Comitato di piazza del Mercato, Cisl, Centro di
servizio per il volontariato, Lega, Potere al Popolo!, Verdi per l’Europa); esso avvia anche una raccolta di firme. È
successa una cosa che rimanda all’epica dei millenni passati: qualche remota
divinità fornisce le armi per combattere a un eroe o a un semi-dio –
l’identitarismo e purtroppo, anche il catastrofismo. «La memoria storica, conservata in questi
esemplari, sarà cancellata e ci si sentirà più spaesati, sradicati, privi di
certezze», Co.N.Al.Pa., 7 agosto 2019. (La stessa associazione definisce
«forno a microonde» l’effetto della copertura progettata da Studio Tonelli
Ingegneria; essa è ripetuta tuttora a pappagallo da molti avezzanesi). M5s
s’incammina sul sentiero appena tracciato,
«“Preservare e valorizzare il nostro patrimonio” continuano “non è solo un atto
necessario, è un atto d’amore verso la propria comunità. E’ una dichiarazione
di appartenenza a qualcosa di più grande, a qualcosa che abbiamo ereditato dagli
sforzi di chi ci ha preceduto e che dobbiamo restituire, a chi seguirà,
migliorato», 9 agosto 2019. Alberto Colazilli (Co.N.Al.Pa.),
a IlCapoluogo: «Piazza del Mercato va
tutelata come paesaggio culturale e
identitario», 13 agosto. Ancora Co.N.Al.Pa.: «Questo passaggio non deve diventare il tabula rasa di una parte del paesaggio che comunque è identitario
dell’Abruzzo stesso», in «IlCapoluogo» 14 agosto 2019. (Con buona pace di
chi pensa diversamente: «L’Aquila e la Marsica sono Roma, la costa è cosa a parte.
[...] L’Abruzzo vero resta quello di Sulmona e della Majella, è quello del
Sangro e delle montagne», a detta dello storico aquilano Raffaele Colapietra
intervistato da IlCapoluogo, 17
maggio 2016).
In simili occasioni spunta sempre il
cosiddetto documento inoppugnabile. «Le foto d’epoca mostrano la Piazza del
Mercato, circondata da alberi, gremita di bancarelle, di gente, luogo di
aggregazione, di ricordi, di memorie cittadine», Co.N.Al.Pa., 13 agosto 2019. Raffigura che cosa una vecchia cartolina virata
color seppia immessa nel web ad agosto? È quella piazza prima che io nascessi,
il suo perimetro era circondato da alberi; essa era piena di persone all’ora
dello scatto. Erano inquadrati degli esseri umani più che l’oggetto
architettonico «piazza». (La didascalia recita: «Il Mercato»). Era già diversa per via degli scaffali metallici per le cassette
negli anni Sessanta o per i prefabbricati che li hanno sostituiti, fino a quasi
un lustro fa, lungo via S. Cataldi e la costruzione sul lato sud. (È più recente
l’eliminazione delle piante lungo via B. Croce). Non può documentare né soprattutto
spiegare tale immagine, il progressivo abbandono di quel luogo durante gli anni
Settanta – banchi dei venditori, negozi di alimentari, cantine,
macellerie: gente –, né l’abbattimento del mercato coperto, nei primi anni
Ottanta. Quella demolizione, attuata da un’Amministrazione monocolore (Democrazia
Cristiana), è stata il fatto più rilevante in quella parte di città dalla
costruzione del nuovo centro direzionale fino ai nostri giorni; essa provocò
una diminuzione della qualità spaziale di quel luogo: oggi vi sono due posti
denominati piazze, tanto per soddisfare un’esigenza di tipo toponomastico. […] Si
svolse tutto nell’indifferenza degli avezzanesi, lasciando i classici quattro
gatti a protestare; tra i millecinquecento firmatari contro quel taglio nei
mesi passati, ve n’è più di uno che approvò quel tipo di sventramento. Si ha,
da allora, quel «buco» formato da un rettangolo e un triangolo la cui ipotenusa
è rappresentata da un frammento della principale arteria che scorre in città (SR
5). Tutto questo, alla distanza di un isolato dalla piazza principale. […]
In quello scatto si scorge una piccola
parte della pavimentazione ma non l’intero fondo: tornerò sull’argomento. (2/5)
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