Nel tardo
pomeriggio di mercoledì scorso, un amico mi ha fatto leggere un pezzo che mi
riguardava: Giovanni Cioni, Roberto Masci e Carlo Rossi – associazioni di
categoria dei commercianti –, «respingono al mittente le tesi del presidente
del comitato mobilità sostenibile, Giuseppe
Pantaleo, rispetto al mercato attorno a piazza Torlonia e piazza
Risorgimento», in m.s., Mercato in
centro, spuntano le regole, in «Il Centro» 22 gennaio 2020. Sono rimasto
senza parole, basito.
Per
cominciare: io non ho mai scritto nulla
contro il mercato degli ambulanti nel catino di piazza Risorgimento.
I tre
avevano sicuramente letto questo – da raffrontare con il post precedente: «La
malridotta pavimentazione del catino in piazza Risorgimento (ospita il mercato
del mercoledì) e la stessa situazione di piazza A. Torlonia prima del suo
restauro – dopo decenni d’incuria –, dimostrano quanto sia sbagliata una simile
concezione», m.s., Mercato in centro, ora
scattano le verifiche, in «Il Centro» 21 gennaio 2020. Andava scritto così,
anche per evitare equivoci: «La malridotta pavimentazione del catino in piazza
Risorgimento [ospita il mercato del mercoledì, ndr] e la stessa situazione di piazza A. Torlonia prima del suo
restauro – dopo decenni d’incuria –, dimostrano quanto sia sbagliata una simile
concezione». Per intendersi: erano necessarie almeno le parentesi quadre per
segnalare un intervento nel testo di un’altra
persona.
(Metodo). Una tesi, almeno in Occidente e nei
Paesi democratici, si discute, si
confuta più che respingere: non è un pacco postale indesiderato. Non
m’interessa se negli uffici dei tre ci si comporta in quel modo: sono fatti
loro. (Merito). Ho parlato – è questa la mia «tesi» –, trattando del ritorno
del mercato settimanale intorno a piazza
Torlonia, di «insana idea che in un qualsiasi spazio pubblico, può farsi di
tutto anzi, proprio tutto». Lo stato della pavimentazione in piazza
Risorgimento – i lastroni «bianchi» spezzati in particolare –, mostra che va
evitato l’ingresso a massicce strutture e a pesanti mezzi meccanici
considerando il danno provocato. (Per essere più chiaro: non si tratta di
camioncini, furgoni o apette degli
ambulanti). Quanto costerà restaurare la piazza al Comune? (A quanto ammontano
le spese per rimediare alle manie di grandezza di qualcuno, il provincialismo
di qualche altro?)
Io invece
chiedo, in conclusione: è una tesi la mia o una costatazione come tante? È proprio
sicuro che in Europa può farsi di tutto in una piazza, un parco, un teatro, un
municipio? (In un borgo, in campagna sì, perché non vi sono né teatri né
municipi in quelle parti). È un paesone moòlto
pittowrèsco Avezzano!
(Vi
risparmio gli strascichi che questa deprimente vicenda ha avuto sulla mia vita
sociale quotidiana, negli ultimi giorni – tornerò agli orari e ai posti
consueti, a breve. Una settimana fa mi sono dimesso da presidente del Comitato
mobilità sostenibile marsicana per evitare ripercussioni di sorta
sull’associazione. Mi fate un favore, se mettete in giro questa roba).
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