sabato 25 gennaio 2020

Sprofondo Sud

Nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso, un amico mi ha fatto leggere un pezzo che mi riguardava: Giovanni Cioni, Roberto Masci e Carlo Rossi – associazioni di categoria dei commercianti –, «respingono al mittente le tesi del presidente del comitato mobilità sostenibile, Giuseppe Pantaleo, rispetto al mercato attorno a piazza Torlonia e piazza Risorgimento», in m.s., Mercato in centro, spuntano le regole, in «Il Centro» 22 gennaio 2020. Sono rimasto senza parole, basito.
Per cominciare: io non ho mai scritto nulla contro il mercato degli ambulanti nel catino di piazza Risorgimento.
I tre avevano sicuramente letto questo – da raffrontare con il post precedente: «La malridotta pavimentazione del catino in piazza Risorgimento (ospita il mercato del mercoledì) e la stessa situazione di piazza A. Torlonia prima del suo restauro – dopo decenni d’incuria –, dimostrano quanto sia sbagliata una simile concezione», m.s., Mercato in centro, ora scattano le verifiche, in «Il Centro» 21 gennaio 2020. Andava scritto così, anche per evitare equivoci: «La malridotta pavimentazione del catino in piazza Risorgimento [ospita il mercato del mercoledì, ndr] e la stessa situazione di piazza A. Torlonia prima del suo restauro – dopo decenni d’incuria –, dimostrano quanto sia sbagliata una simile concezione». Per intendersi: erano necessarie almeno le parentesi quadre per segnalare un intervento nel testo di un’altra persona.
(Metodo). Una tesi, almeno in Occidente e nei Paesi democratici, si discute, si confuta più che respingere: non è un pacco postale indesiderato. Non m’interessa se negli uffici dei tre ci si comporta in quel modo: sono fatti loro. (Merito). Ho parlato – è questa la mia «tesi» –, trattando del ritorno del mercato settimanale intorno a piazza Torlonia, di «insana idea che in un qualsiasi spazio pubblico, può farsi di tutto anzi, proprio tutto». Lo stato della pavimentazione in piazza Risorgimento – i lastroni «bianchi» spezzati in particolare –, mostra che va evitato l’ingresso a massicce strutture e a pesanti mezzi meccanici considerando il danno provocato. (Per essere più chiaro: non si tratta di camioncini, furgoni o apette degli ambulanti). Quanto costerà restaurare la piazza al Comune? (A quanto ammontano le spese per rimediare alle manie di grandezza di qualcuno, il provincialismo di qualche altro?)
Io invece chiedo, in conclusione: è una tesi la mia o una costatazione come tante? È proprio sicuro che in Europa può farsi di tutto in una piazza, un parco, un teatro, un municipio? (In un borgo, in campagna sì, perché non vi sono né teatri né municipi in quelle parti). È un paesone moòlto pittowrèsco Avezzano!

(Vi risparmio gli strascichi che questa deprimente vicenda ha avuto sulla mia vita sociale quotidiana, negli ultimi giorni – tornerò agli orari e ai posti consueti, a breve. Una settimana fa mi sono dimesso da presidente del Comitato mobilità sostenibile marsicana per evitare ripercussioni di sorta sull’associazione. Mi fate un favore, se mettete in giro questa roba).

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