C’è stata
anche un po’ di voglia di sangue: le Amministrative della prossima primavera. Nel
senso: chi, quanti cambieranno –
ancora – casacca per l’occasione? Quali altre strane alleanze? Ho consigliato,
in genere, d’informarsi su una testata on-line
aquilana (IlCapoluogo). (Essa ha
parlato anche dell’attività della Caritas rivolta a chi dorme all’aperto ad
Avezzano, lo scorso 24 dicembre – cadeva dalle nuvole, invece, una testata del
posto, sullo stesso tema tre giorni
dopo). Non circolano analisi
politiche di sorta, dalle nostre parti – come sempre. Riporto giusto un paio di
righi, da confrontare con la mediocrità che aleggia da noi: «mentre Il Passo
Possibile [lista civica dell’ex dem Americo Di Benedetto
a
L’Aquila, ndr] cresce e si struttura,
il
Pd pare regredire. Completamente assente dalle dinamiche elettorali
delle prossime tornate, Chieti o Avezzano, come pure sulla crisi a Sulmona, tra
le campagne acquisti e le dialettiche appassionate, Lega/FdI, manca
completamente il centro sinistra ed il Pd», in A. Cococcetta, Centro sinistra, che fine ha fatto il Pd?,
23 dicembre 2019. (Descrive una situazione che copre un’estesa area dell’Abruzzo,
nel parlare della sua città).
È stata
denunciata una regia esterna nella
caduta della passata Amministrazione ma tutto ciò non ha provocato, in città
(22 ottobre 2019), un briciolo di riflessione: tutto fagocitato in un battere
di ciglia. Si assiste alla richiesta di qualche aiuto esterno come appoggio a qualche candidatura. (Zitti e mosca, anche
in questo piccolo caso eppure, è un momento d’oro per i partiti d’ispirazione
sovranista o nazionalista).
Dopo un
quarto di secolo dominato da persone dotate di leadership che costruivano intorno a sé un’alleanza elettorale, gli
avezzanesi stanno ritornando al sindaco appartenente al «partito più votato»
oppure scelto tra L’Aquila, Roma e Milano. (È andata peggio, di recente, con il
presidente di Regione giunto da Roma
e ciò mostra com’è malridotto il mondo politico abruzzese). Ne risentiranno i
programmi di governo e le varie campagne elettorali proprio nella miglior occasione
per esporre i problemi (di quartiere, locali, territoriali), le aspirazioni dei
cittadini – quando ci si parla e si discute di più. Infatti, quale altra migliore occasione per parlare
dei fatti nostri, più delle elezioni per il nuovo sindaco? C’è perciò il
rischio che i partiti si limiteranno a proporre da noi i contenuti sperimentati,
che funzionano nelle grosse città, eliminando le questioni e le peculiarità del
luogo. (Peseranno la congiuntura politica a livello nazionale e anche la
vicinanza con la Capitale). Potrà succedere che si darà – di una città
tranquilla e sonnacchiosa come Avezzano – un’immagine che neanche il Bronx, il
Far West. (Chi glielo racconterà, a probabili investitori – a urne chiuse –,
che tutto ciò era, in realtà, solo un basso espediente per racimolare altri voti?). (2/3)
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